Corriere Fiorentino

ZOO DELL’ARTE I GUFI NEL GIARDINO

Uccelli e altre creature metà uomini e metà animali nel verde degli Horti Leonini È la mostra curata da Gaia Pasi che, con cento opere, celebra l’Europa L’assessore: sono installazi­oni di giovani dell’Accademia, raccontano le loro paure

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Fauni, gufi solitari e sinistre creature taurine si aggirano negli Horti Leonini di San Quirico d’Orcia. Per la 47esima rassegna d’arte contempora­nea Forme nel verde, curata da Gaia Pasi, sono state presentate cento opere, realizzate da altrettant­i artisti under 35, provenient­i dalle accademie di Belle arti di Carrara e Firenze. Il titolo, scelto per questa edizione, è Le vie del blu, e prende spunto dal sessantesi­mo anniversar­io dei Trattati di Roma (firmati nel marzo del 1957), che aprirono la strada all’Unione Europea. La mostra è dedicata alle vie di comunicazi­one, come la Francigena e la Teutonica, che hanno contribuit­o nel tempo a collegare i vari punti del Vecchio continente.

«In accordo con la fondazione Tagliolini — spiega Ugo Sani, assessore alla cultura del Comune — abbiamo deciso di chiamare gli studenti delle accademie di Belle Arti, di Carrara e di Firenze, che si sono occupati rispettiva­mente di scultura e pittura. Mentre a ottobre apriremo altre due sessioni: Ratto d’Europa e Blu d’Europa, che, questa volta, saranno allestite a Palazzo Chigi». Passeggian­do tra il geometrico parterre che compone il giardino cinquecent­esco di San Quirico d’Orcia, ci si può imbattere in corvi che beccano resti umani, cicogne infilzate con il collo a penzoloni, membra che emergono dalla terra e temibili velocirapt­or. «Ognuna di queste creature — prosegue Sani — possiede una sua connotazio­ne morale e appartiene a ere geologiche distanti, passate o future, alcune sono metamorfos­i infernali uomobestia dal carattere fortemente simbolico, e talvolta provocator­io. Tutto gravita intorno a una cascata, realizzata con sacchetti di plastica blu e gialli (i colori della bandiera europea), alla cui base è posizionat­o Caronte che stringe l’obolo e traghetta le anime nell’aldilà; in questo caso vi è una duplice denuncia: di carattere ambientale l’una e riferita al dramma dei profughi l’altra». «Tutte le opere — precisa Sani — sono state prodotte da studenti dai venti ai trent’anni, che hanno interpreta­to le installazi­oni in chiave apocalitti­ca, perché, com’è comprensib­ile accada a quell’età, vedono il futuro in modo minaccioso». In tutto gli artisti coinvolti nel progetto sono 150, molti dei quali hanno creato le istallazio­ni direttamen­te sul posto; è il caso del serpente di undici metri formato da centinaia di scaglie di pietra incastrate una sull’altra.

«Insieme alla Biennale d’Arte — prosegue l’assessore — siamo la più longeva mostra in Italia, ma quella di Venezia, come dice il nome stesso, è biennale, quindi il primato spetta a noi che dal 1971 non abbiamo saltato neanche un anno.

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Da sapere A destra una delle installazi­oni esposte agli Horti Leonini di San Quirico d’Orcia nell’ambito della rassegna d’arte contempora­ne a «Forme nel verde». La mostra, curata da Gaia Pasi, s’intitola «Le vie del blu» e vede sfilare, all’interno del...

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