Un’esplosione d’acqua e morte
Livorno, 230 millimetri di pioggia in tre ore: il fiume tombato esonda e invade le case Sei morti, un’intera famiglia distrutta, due dispersi. «È un’emergenza nazionale»
UN PAESE FRIABILE IN CERCA DI CURA
Duecentotrenta millimetri di acqua in tre ore. Sono i numeri del nubifragio che alla fine di un’estate torrida e arida ha devastato Livorno l’altra notte, spargendo morte e terrore. Le abbiamo chiamate «bombe d’acqua», per la velocità e la violenza con cui colpiscono. E sono il frutto di un cambiamento climatico che avvicina l’Italia ai Paesi tropicali. Non un episodio, ma la nuova manifestazione di un fenomeno che è diventato ricorrente. In tutto il Paese, Toscana compresa. Da settimane all’interno o sulla costa ci si augurava il ritorno della pioggia, ma al tempo stesso si manifestava apprensione su «come» questo sarebbe avvenuto. Segno di una consapevolezza che sta attecchendo anche tra la gente comune.
La svolta climatica coglie l’Italia in uno stato di assoluta fragilità per quanto riguarda la tutela del territorio. Decenni di incuria e ignoranza hanno reso permeabili e friabili zone vastissime zone su cui si è avventato l’abusivismo edilizio. E gli effetti crescono esponenzialmente in gravità.
È un’emergenza che deve scuotere la politica, come ha detto ieri il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella. Un’emergenza che implica la catalogazione di tutti i rischi, la messa in sicurezza di monti e valli fino alle periferie urbane, ma probabilmente anche un adeguamento dei piani di allerta e pronto intervento. Uno scatto di responsabilità che mette alla prova le doti di concretezza del governo Gentiloni dopo il varo del piano «Italiasicura» da parte dell’ex premier Renzi certo, ma anche a tutte le istituzioni locali, chiamate a sfide più impegnative del duello ingaggiato ieri tra Filippo Nogarin, sindaco Cinquestelle di Livorno, e la Regione Toscana. Ma serve un cambio di passo che coinvolga anche la mentalità di ciascun cittadino, in un processo generale di maturazione civile. Succederà? Il pessimismo è giustificato, ma sarebbe il modo peggiore per onorare la memoria di coloro, grandi e piccini, che hanno perso la vita sotto acqua e fango.