Corriere Fiorentino

La grande corsa dei livornesi a spalare fango

Bomba d’acqua, esonda il Rio Maggiore (tombato). Case inondate, la città in ginocchio

- di Marzio Fatucchi e Jacopo Storni

a pagina 2

Dopo un sabato sera di pioggia intensa, la notte di Livorno si è tinta di fango e morte. Lampi, tuoni ma soprattutt­o 230 millimetri di acqua ametro quadrato, tra le due e le sei di mattina, concentrat­i una gran parte in qualche decina di minuti tra le 4 e le 5. «Come secchiate», raccontano i livornesi, svegliatis­i con alcuni quartieri devastati. Ma la ferita più grande si apre, come la pioggia, in crescendo, quando si contano i morti. Prima si parla di due, poi di quattro. In serata, saranno sei le vittime, oltre a quattro dispersi (una ragazza e tre uomini). «Un numero che temiamo possa salire», dice il sindaco Filippo Nogarin, dall’alba al centro della Protezione civile. Ha lasciato la moglie e la suocera a spalare fango, anche casa sua è alluvionat­a.

A perdere la vita a causa dell’esondazion­e del Rio Maggiore che ha invaso tutto il quartiere tra lo stadio e via Nazario Sauro, la famiglia Ramacciott­i. Sotto l’ondata killer, cresciuta perché l’acqua non riusciva a passare nel torrente tombato (che si interra a circa 600 metri di distanza in linea d’aria) ed ha sfondato il muro invadendo la casa seminterra­ta, sono rimasti travolti il padre Simone, la moglie Glenda, il figlio Filippo (4 anni) e il nonno Roberto. Si salva solo la nipotina Camilla (3 anni), grazie all’intervento di un vicino, che ha ricevuto la bimba dal padre. L’esondazion­e del Rio Ardenza ha provocato grossi danni nei quartieri sud della città: la salma della quinta vittima, il settantenn­e Raimondo Frattali, è stato trovata in via della Fontanella (Montenero, qui la sede della Misericord­ia che ha perso 4 ambulanze) e la sesta, quella di Roberto Vestuti (74 anni) nella zona dello Stillo (un altro uomo è poi morto a causa però di un incidente stradale). Le ricerche dei due dispersi si concentran­o in via Garzelli, Gabbro e Collinaia.

Tutta la città si mobilita, alcuni fanno da soli prima dell’arrivo della Protezione civile. I 100 vigili del fuoco devono far fronte a 200 richieste di interventi, i sommozzato­ri controllan­o le auto finite nei fossi per capire se sono vuote. La colonna dei mezzi della Protezione civile arriva al Palamodigl­iani. C’è da far ripartire la Fi-Pi-Li chiusa a Vicarello, controllar­e i ponti sull’Aurelia, da rimettere in funzione la Ferrovia, bloccata da Rosignano (colpita da una tromba d’aria, ci sono sfollati), riallaccia­re l’energia elettrica. Svuotare tutti gli scantinati, ma anche i tombini, spesso pieni di rifiuti, come i fossi, concausa del disastro.

Alla protezione civile di via Terreni ogni due ore si fa il punto, arriva il presidente Enrico Rossi, in serata si cercano alberghi per gli sfollati (solo tre famiglie). Nel primo pomeriggio il cielo sembra dare tregua ai livornesi, poi intorno alle 17,30 ricomincia a piovere e iniziano a squillare i telefoni del centro operativo: cittadini disperati chiedono aiuto per evacuare dalle loro case allagate. Alle 19 riparte l’apprension­e, la pioggia ritorna intensa: è solo un acquazzone.

A fine serata, si fa il conto dei danni. I quartieri più colpiti sono Collinaia, Salviano, Monteroton­do, Montenero, parte di Porta a Terra e lo stesso Stagno. A Montenero, tanti volontari si sono presentati a spalare via il fango. Tanti livornesi si fanno avanti come volontari.

In serata buona parte della città riprende la sua normalità, i bus riprendono a girare, i treni anche. Restano il dramma, le macerie e le polemiche. «Non dobbiamo più rincorrere le emergenze, dobbiamo prevenirle. Ma la macchina ha funzionato bene» sostiene Nogarin che ha ricevuto la solidariet­à del ministro dell’ambiente Galletti. Il premier Gentiloni ha chiamato il presidente Rossi: la Regione oggi stanzierà 3 milioni di euro, scatterà lo sta- to di calamità. Il presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha espresso la sua vicinanza alla città ed affermato: «Questa calamità solleciti la politica a riflettere sui cambiament­i climatici». E nella città devastata dal terremoto dell’estate scorsa, ad Amatrice, parte una raccolta fondi «per aiutare i nostri amici». Oggi in arrivo in città (con le scuole chiuse) il ministro Galletti e la sottosegre­taria Velo. «Siamo col cuore a Livorno», ha detto il vicepresid­ente della Camera Luigi DI Maio, del M5S. Ma a Nogarin sono arrivati «decine di messaggi e telefonate», da tutti i fronti politici.

 Il presidente Mattarella Questa calamità solleciti tutta la politica: riflettere sugli effetti dei cambiament­i climatici  Il sindaco di Amatrice Faremo partire una raccolta fondi per aiutare i nostri amici della città di Livorno

 ??  ??
 ??  ??

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy