Corriere Fiorentino

Montenero e Monte Rotondo, le vittime delle colline

Strade devastate, colpito anche il Santuario: «Stavolta nemmeno la nostra Madonna ci ha salvato»

- Jacopo Storni

Il torrente tombato è scoppiato e ha travolto il centro storico. Montenero è un paese sfigurato. Famoso per il santuario della Madonna, oggi appare irriconosc­ibile. Piazza delle Carrozze è un ammasso di fango. Il torrente Bodrio passa proprio da qui sotto, e quando è imploso, lungo le strade è arrivato l’inferno. Il fango ha travolto macchine e motorini. Vetture accatastat­e in mezzo al paese. Dalla colline sono precipitat­i tavoli, sedie, tronchi di legno, lamiere. Hanno distrutto case e negozi. L’acqua ha raggiunto un metro e sessanta di altezza. Allagate una decina di abitazioni lungo via. Sfollati una cinquantin­a di abitanti. Proprio nel centro cittadino, c’è la sede della Misericord­ia locale. Infangati tutti gli ambulatori, sette mezzi di soccorso distrutti.

C’è chi guarda su, verso il santuario in cima alla collina: «Stavolta la nostra Madonna di Montenero non ci ha protetto». Del resto, anche il santuario non è messo benissimo. Anche lassù, tanti volontari spalano il fango. Le suore hanno messo a disposizio­ne alcuni letti per gli sfollati.

Due sono i morti accertati e due i dispersi nelle frazioni attorno. In via della Fontanella, a Monte Rotondo, ha perso la vita Raimondo Frattali. Il torrente La frazione di Montenero, dove inizia la salita per il santuario, devastata dal fango Ardenza ha allagato la sua casa. L’acqua altra tre metri ha fatto implodere l’abitazione. Salvi per miracolo la moglie e i figli. Uno di loro, intorno alle 13 di ieri, si aggirava attorno a quel poco che è rimasto della casa. E poi, in via Sant’Alò, la seconda vittima della zona collinare, un uomo di 70 anni che ha tentato di mettere in salvo il cane ma è stato travolto. È probabile però che le vittime nella zona collinare salgano ancora, consideran­do i dispersi.

Nonostante il disastro, gli abitanti di Montenero e dintorni hanno reagito. Armati di guanti, pale e spazzoloni, si sono riversati in strada e hanno cominciato a spalare. Senza sosta. Da tutta la provincia sono arrivati volontari: prima la Misericord­ia di Antignano, poi quella di San Vincenzo, Piombino, Castagneto. In soccorso di Montenero, una delle frazioni più colpite dal nubifragio, sono arrivati anche gli scaricator­i del porto di Livorno: Yari, Riccardo, Yuri, Edoardo, Alessandro, Roberto. Braccia robuste in aiuto degli abitanti rimasti senza casa. Residenti disperati, ma che hanno trovato la forza di sorridere. «Siamo livornesi, questo è il nostro spirito» ha detto Roberto. E poi c’è Gianluca, appuntato dei carabinier­i con la casa devastata dalla melma. «Quando è scoppiato il torrente, eravamo a dormire al primo piano. Mio figlio era al piano terreno, siamo riusciti a salvarlo poco prima che l’acqua travolgess­e la porta d’ingresso». Vivi per miracolo. Almeno loro.

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