Corriere Fiorentino

«Più del nanismo delle aziende temo il nanismo delle idee»

- @marziofatu­cchi

toscani, è vice presidente nazionale di Confindust­ria GIovani Dal 2015 squadra di rugby di Serie A. È membro della Onlus La Compagnia di

Da luglio è anche presidente della Mercafir hanno lamentato? «Vede — risponde Lucibello — così come oggi pensare alle smart cities significa saper far funzionare l’esistente, creando una cultura diffusa di innovazion­e in tutti i settori, così non mi preoccupa che non ci siano banche locali ma banche che guardino ai progetti, oltre che ai numeri. Io non sono tradiziona­lista: non mi interessa che le banche siano del territorio ma che conoscano le aziende, il territorio, ne capiscano le potenziali­tà». Perché «ora si parla tutti di turismo che traina l’economia. Ma ricordo che il Pil fiorentino è al 6% prodotto dal turismo, la manifattur­a conta ancora molto di più». Conta di più, ma la crisi ha lasciato per strada tante imprese. «Perché erano talmente piccole, ed è una caratteris­tica toscana, che non potevano fare downsizing per superare questi anni: quando sei così piccolo, chiudi». Il nanismo delle imprese toscane è un problema irrisolvib­ile? Lucibello risponde (addentando la groppa, «questa è innovazion­e nella tradizione»): «Io non ho paura del nanismo delle imprese, ma del nanismo delle idee».

E allora veniamo alle idee: come sono quelle che vede muoversi per Firenze e per la Toscana? «La città — risponde Lucibello — sta affrontand­o grandi sfide. Quando resto bloccato nel traffico per i cantieri, dopo gli improperi, sono comunque contento che Firenze stia investendo su se stessa. Si parla di futuro, non del passato». Di cosa avrebbe bisogno Firenze ora, per guardare al futuro? Da lontano, in via Pistoiese, si vede un aereo che sta atterrando a Peretola. «Della nuova pista parallela non glielo dico neanche, tanto si sa quanto è importante — si sfoga Lucibello — A me preme che ci sia una rivoluzion­e nel mondo del trasporto. Il mio sogno è tutto elettrico, partendo dal pubblico. Crede sia impossibil­e fare a brevissimo tutto il carico e scarico merci solo con mezzi elettrici? Io no». La terza sfida «è rendersi conto che qua a Firenze abbiamo eccellenze nel settore della formazione e dell’università, italiane e straniere. Qui abbiamo l’unica sede italiana della Stanford, ateneo americano prestigios­issimo. Abbiamo le nostre facoltà. Abbiamo la scuola di Scienze aziendali, appena fusa con la Scuola superiore di tecnologie industrial­i, e tramite questa realtà rinascerà un incubatore alle Murate, un incubatore ed accelerato­re di idee». Per pensare alla città del futuro occorre guardare sempre avanti, anche guardare altrove talvolta. «Firenze ha una grande vocazione internazio­nale. Dovunque vai, troverai qualcuno che la conosce. Questo conta anche quando qualcuno deve scegliere dove investire: a parità di condizioni, sceglierà la bellezza di Firenze. Però la parità di condizioni va creata».

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Giacomo Lucibello, classe ‘81, è nato a Fiesole Lavora dal 2004 nell’azienda Giovani Imprendito­ri presiede I Medicei, Babbo Natale.
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