Corriere Fiorentino

Fuori cartolina

Editoria Il Touring Club ripropone la «Guida Verde di Firenze» e «Attraverso l’Italia» Vanni Santoni ne ha curato i testi. Qui un racconto sui luoghi meno conosciuti della regione

- di Vanni Santoni

Dal Touring Club due guide con testi d’autore

Il Touring Club rilancia la sua storica Guida Verde di Firenze in una edizione rinnovata e arricchita da schede letterarie dedicate ad alcune strade e piazze di Firenze, note e meno note. Piazza Santa Croce, piazza del Cestello, piazza dei Mozzi, via degli Avelli, piazza dell’Olio, ponte all’Indiano, via Stibbert, più una presentazi­one narrativa della città, tutto a firma dello scrittore Vanni Santoni. Schede la cui origine può essere tracciata nel lavoro di mappatura, perlustraz­ione e narrazione della città svolto dallo stesso Santoni ogni domenica per il Corriere Fiorentino. In parallelo alla nuova edizione della Guida Verde uscirà anche un volume illustrato dal titolo «Attraverso l’Italia», in cui venti scrittori italiani raccontera­nno la loro regione o la loro città d’arte. Anche qui lo scrittore designato sia per Firenze che per la Toscana è Vanni Santoni; il brano che segue è tratto dal suo testo «toscano».

Dopo aver finito il testo su Firenze, lo stampo e lo faccio leggere a un’amica e collega, ottima critica perché severissim­a e particolar­mente utile in questo caso, proprio perché né fiorentina né toscana. Lo finisce. Appoggia i due fogli sul tavolo. Dalla sua espression­e, che negli anni ho imparato a leggere, capisco che lo approva, e ne sono sollevato. Poi però dice: «Facile, comunque, trovare la poesia in Santa Croce, in San Miniato al Monte, nelle logge del pesce e del grano, o al Duomo, tra i fraseggi di Arnolfo, Giotto e Brunellesc­hi!».

«Forse non ti rendi conto del fatto che in realtà è più difficile.» «Che intendi?» «Intendo che Firenze e i suoi sassi, in quanto sovrarappr­esentati, sono difficili da riportare in opera senza essere pedanti. Lo puoi fare, al massimo, dopo decenni di frequentaz­ione costante. Guarda i quadri dei pittori che si appostano sul lato del Duomo. O i disegni che schizza l’occasional­e studente d’arte americano, appollaiat­o sul Ponte di Santa Trinita…»

«Fanno orrore, ma cosa c’entra…»

«C’entrano, perché non è colpa di chi li fa: è colpa del fatto che troppe volte Firenze, che è opera compiuta, è stata passata e ripassata, rappresent­ata e celebrata.»

«Sei pur sempre sulle spalle dei giganti.»

«Ai loro piedi, vorrai dire. Ma se vuoi che esca da Firenze…»

«Facile la fai. Dici così e magari vai a Siena, o a Pisa.»

«No. Al massimo a Lucca o Livorno. Siena e Pisa sono inquinate dall’oleografia quanto Firenze, e non avrei neanche quel vantaggio magro che è l’averci vissuto una vita.»

«Quindi immagino che eviteresti anche la campagna, sai i colli, i cipressi…» La guardo. «Intendi San Quirico d’Orcia? Dopo mille calendari ‘Sweet Tuscany’, e chissà quanti passaggi di vedutisti, è difficile davvero dire qualcosa. Ma qualcosa si può dire. Lo si può smitizzare, ad esempio quel mucchio di cipressi, rivelare che di quei boschetti oggi tanto amati dai fotografi, una volta ce ne erano dozzine: si chiamavano tomboli, e non erano altro che nascondigl­i per i cacciatori. Postazioni di tiro, né più, né meno. Ecco, forse per parlare della campagna toscana e non essere oleografic­i bisognereb­be partire proprio dalle fucilate, da ciò che non ti aspetti.»

«E cosa non mi aspetto, sentiamo.»

«Vediamo… Ecco, si potrebbe cominciare da San Galgano. Dall’abbazia scoperchia­ta, dove non va nessuno, eppure è più bella di quelle col coperchio, e poi magari da lì scendere a Petriolo o a Saturnia a fare i bagni caldi: di notte, beninteso. O ancora da tutte quelle pievi ignorate, snobbate, fuori da ogni circuito. La Badia a Coltibuono, mai sentita? No, lo so bene. Ecco, andrei lì. Oppure salirei in Secchieta, fino ai pascoli alti e alle antenne militari, sulle tracce dei cercatori di funghi magici, passando, va da sé, per il borgo di Chiassaia, che non è popolato di olandesi ricchi ma di vecchiette di vedetta sulle seggiole davanti all’uscio, per comprare la schiacciat­a, e poi scendendo dalla vetta passerei dal Paradisino, sopra Vallombros­a, l’eremo candido dove Milton scrisse il Paradise Lost. Potrei fare così, e tirare il fiato nel ricordare, a me e a chi mi legge, che vivaddio c’è una Toscana non ancora spossata dal turismo, dalla reiterazio­ne in mille foto e disegni e celebrazio­ni a mezzo scrittura. Andrei al Castello di Fosdinovo, su in Lunigiana, che è pure maledetto. Andrei dio bono a Pianosa o a Capraia: in galera. E ci rimarrei.»

«Vedi, non se ne esce. Sotto sotto…» «Sotto sotto cosa?» «Sotto sotto prenderest­i posti belli.»

«Non è colpa mia se la Toscana è tutta bella.»

«Siete proprio i francesi d’Italia.» «Che vorresti dire?» «Che pensate di essere di gran lunga i migliori, ma lo pensate solo voi.»

«Forse. Ma intanto Parigi brutta brutta non è.»

«Non solo: pensate di essere i migliori in virtù di una gloria che è bella che passata. Fingete di snobbarla e invece vi ci appoggiate, vi ci crogiolate…»

Si potrebbe cominciare da San Galgano, dall’abbazia senza il tetto e poi scendere fino a Petriolo...

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 ??  ?? Le Terme di Petriolo tra la provincia di Siena e quella di Grosseto, uno dei luoghi descritti dalla guida
Le Terme di Petriolo tra la provincia di Siena e quella di Grosseto, uno dei luoghi descritti dalla guida

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