Rappuoli: «I no-vax? Non averli educati un nostro fallimento»
«Dobbiamo educare la gente, i genitori e i bambini e forse anche i pediatri, sul fatto che i vaccini sono una delle più grandi conquiste dell’umanità». Ha pochi dubbi Rino Rappuoli, presidente della Sclavo Vaccines Association e tra i padri della vaccinologia internazionale. «I vaccini fanno paura perché la gente non è educata — aggiunge — ma io non ce l’ho con chi è contro i vaccini, ce l’ho con noi stessi perché non abbiamo fatto un buon lavoro per educare sulla loro importanza». Eppure, partendo da Siena, il futuro della vaccinazione è tracciato. Dopo sei anni di lavori, infatti, è arrivato a conclusione il progetto Aditec (Advanced Immunization Technologies) che ha riunito 42 partner di 14 paesi ed è stato finanziato dall’Unione Europea con 30 milioni di euro. Tra i risultati conseguiti, 248 pubblicazioni, lo sviluppo di 12 sperimentazioni cliniche e il deposito di 6 brevetti. Numeri che narrano solo in parte la riuscita dell’iniziativa, coordinata proprio da Rappuoli e da Donata Medaglini per l’Università di Siena: alcune immunizzazioni sono già arrivate in fase avanzata, come quelle contro clamidia o shigella. Il progetto ha permesso poi di ottimizzare i vaccini per fasce di età e di analizzare la risposta immunitaria attraverso i «systems biology» (un nuovo approccio medico che permette di produrre trattamenti più sicuri e adatti anche ai pazienti sensibili), oltre che di focalizzare l’attenzione sullo sviluppo degli adiuvanti, sostanze che permettono di aumentare la risposta a un vaccino. Sono stati anche formati oltre 100 ricercatori. Aditec ha contribuito ad accrescere i soggetti coinvolti, tra cui 7 aziende di Siena, che hanno ricevuto un finanziamento di 7,5 milioni di euro. «Per ogni milione di euro investito abbiamo raddoppiato i risultati prodotti da progetti dello stesso tipo. Un traguardo che premia la strada intrapresa», ha sottolineato Medaglini. Opinione condivisa con Rappuoli che ha ribadito la rivincita dell’Europa in questi anni. «Le eccellenze europee — ha detto — hanno dimostrato di fare rete e vincere sfide importanti, come nella produzione del vaccino contro l’Ebola».