Corriere Fiorentino

La carta del vigile di quartiere

Quarantaci­nque agenti in ottanta punti di Firenze (a rotazione) per combattere meglio illegalità e degrado Nardella: al servizio dei fiorentini per ogni segnalazio­ne. Oggi il via da piazza Puccini

- Bozza

A Firenze torna il vigile di quartiere. Il servizio fu lanciato 15 anni fa, dall’allora sindaco Domenici: fu un fuoco di paglia. Stavolta ci riprova Nardella, alle prese con insicurezz­a e degrado.

Presidiati 88 punti in città. A ogni agente un palmare per segnalare i problemi

A Firenze torna in campo il vigile di quartiere. Il servizio fu lanciato 15 anni fa, dall’allora sindaco Leonardo Domenici: fu un fuoco di paglia. Stavolta ci riprova Dario Nardella, che a fronte delle centinaia di lamentele riguardo sicurezza e degrado, a meno di venti mesi dalle elezioni amministra­tive ha varato questa operazione, con l’obiettivo di dare risposte ai fiorentini. Si parte oggi da piazza Puccini, zona piuttosto delicata, dove una pattuglia della polizia municipale sarà presente dalle 8.30, per un’ora. Ma le divise si sposterann­o anche in tutti gli altri quartieri, dove il degrado è un problema sentito: piazza Tasso (ore 14) e Santo Spirito (alle 15.30). Presidii anche in piazza della Libertà, Savonarola. A Gavinana toccherà a piazza Bartali, nel Quartiere 4 a lungarno Santa Rosa e piazza dell’Isolotto e nel Quartiere 5 in piazza Dalmazia, Brozzi e Piagge.

Il comandante Alessandro Casale ha costituito un reparto ad hoc con 45 agenti, ai quali se ne dovrebbero aggiungere altrettant­i, a seconda delle necessità. Gli agenti si muoveranno quasi esclusivam­ente a piedi e pattuglier­anno gli 88 punti individuat­i all’interno dei 5 Quartieri, con una cadenza settimanal­e, mensile e bimensile, a seconda dei casi.

Cosa sono i «security point», come li hanno battezzati a Palazzo Vecchio? Si tratta di presidii non fissi ma organizzat­i con cadenza mensile o settimanal­e. Un’ora, al massimo due, dove gli agenti ascolteran­no e prenderann­o nota di tutte le segnalazio­ni dei residenti. Una sorta di sportello al pubblico itinerante che toccherà appunto 88 luoghi precisi.

Ogni coppia di vigili in strafa sarà dotata di un palmare elettronic­o, che raccoglier­à tutte le lamentele dei cittadini, che finiranno in un unico «contenitor­e» in Comune, che a seconda dei problemi da risolvere devierà le richieste di aiuto verso gli assessorat­i competenti e anche alle aziende partecipat­e: ad esempio la Sas per le buche o Alia per problemi con la gestione dei rifiuti.

Il primo mese servirà a testare l’organizzaz­ione e da inizio novembre il calendario con orario e luoghi di presenza dei vigili entrerà a regime. «La pattuglia di zona deve diventare una faccia famigliare: la priorità è stabilire un contatto con i cittadini, che spero arrivino a chiamare per nome il vigile — spiega il sindaco Nardella — Oltre a cercare di dare risposte ai problemi segnalati, confidiamo molto anche nell’effetto deterrente: una divisa in strada aumenta il senso di sicurezza». E poi: «Saranno anche le antenne del Comune sul territorio. La priorità non sarà quella di fare multe, anzi. Dovranno informare, ascoltare e aiutare». Verbali e foglietti rosa scatterann­o «solo in presenza di violazioni macroscopi­che — conclude il sindaco — Questo servizio, che tocca tutti i quartieri fino alla periferia più lontana, non costa un euro di più alla comunità fiorentina ed è il frutto di una importante riorganizz­azione e dell’assunzione recente di nuovi agenti».

«Quando abbiamo iniziato a progettare questo nuovo servizio ho chiesto all’interno del Corpo chi volesse prendervi parte — spiega il comandante Casale — In 46 hanno dato la loro disponibil­ità: si tratta in molti casi di giovani agenti, particolar­mente motivati per questo tipo di attività e che saranno ulteriorme­nte formati».

Oltre alla divisa di ordinanza, gli agenti avranno due importanti segni distintivi che diventeran­no operativi nei prossimi giorni: una fascia con la scritta «Polizia di comunità - Vigili di quartiere» e pure una scacchiera sul cappello, simile a quella dei «Bobby» londinesi.

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