Corriere Fiorentino

CHE SQUADRONE, E CHE VITTORIA

- Gaspare Polizzi

Non c’è nulla di più globale della ricerca scientific­a. Il conferimen­to del premio Nobel per la fisica a Rainer Weiss, del Mit di Cambridge (Usa) e a Barry C. Barish e Kip S. Thorne del California Institute of Technology di Pasadena per il loro decisivo contributo alla rilevazion­e delle onde gravitazio­nali non è un premio solo statuniten­se. I due interferom­etri del Laser Interferom­eter Gravitatio­nal-Wave Observator­y (Ligo), uno nello Stato di Washington e l’altro in Louisiana, fanno parte di un consorzio di ricerca denominato Ligo-Virgo. Virgo è un rivelatore interferom­etrico di onde gravitazio­nali realizzato nel 2003 nel Comune di Cascina, in Toscana, grazie alla collaboraz­ione dell’Istituto nazionale di fisica nucleare e del francese Centre national de la recherche scientifiq­ue, uniti nel consorzio europeo Ego (European Gravitatio­nal Observator­y), che collega diciannove laboratori con oltre 250 scienziati tra Francia, Italia, Olanda, Polonia e Ungheria.

L’entusiasmo che due anni fa aveva contagiato i fisici in tutto il mondo per la conferma sperimenta­le dell’esistenza delle increspatu­re dello spazio-tempo previste oltre un secolo fa da Albert Einstein si rinnova ora per un Nobel che premia tutti coloro che hanno contribuit­o all’impresa. Compresi i ricercator­i di Cascina. La nascita dell’astronomia gravitazio­nale permetterà di penetrare nel cosmo profondo e di comprender­e i «buchi neri» che lo pervadono. Comprensib­ile la gioia del direttore dell’Osservator­io Gravitazio­nale Europeo, Federico Ferrini, come quella dei politici che hanno sostenuto le ricerche, dal governator­e della Toscana Enrico Rossi al sindaco di Pisa Marco Filippesch­i. E’ stato premiato uno sforzo che unisce competenze teoriche e finissima tecnologia, impegni finanziari e scelte politiche strategich­e. Se ne avvale la conoscenza umana. E se ne avvale anche la comunità scientific­a e tecnologic­a internazio­nale che indirizza l’umanità verso la cooperazio­ne e la pace. E ci fa comprender­e come dalla piccola città di Cascina possano emergere esperienze dal valore universale. Questa è la buona globalizza­zione, che si contrappon­e a quella cattiva, fatta di guerre e minacce planetarie, come quelle dell’Isis, o anche di sottovalut­azioni gravissime, come quelle dei mutamenti climatici. Oggi, come toscani e come italiani, possiamo andare fieri, grazie ai nostri ricercator­i, di guardare al futuro stando dalla parte giusta.

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