Corriere Fiorentino

«Noi, tanti Galileo alla scoperta dei nuovi segreti dell’universo»

LE VOCI DEI PROTAGONIS­TI

- Sharon Braithwait­e Giulio Gori

«C’è qualcosa di interessan­te». Con l’aplomb tipico dello scienziato, la mattina del 14 settembre 2015 Marco Drago fu il primo a notare l’arrivo sul suo monitor di dati «importanti». Lo scrisse via email ai suoi colleghi di Navacchio e a quelli dei due centri «fratelli» negli Stati Uniti. Quel «qualcosa» era il primo segnale delle onde gravitazio­nali registrato da Ligo ed è il fatto storico premiato con il Nobel.

Marco Drago (che lavora ad Hannover ma fa la spola col centro pisano) era il primo a «vederle». «Fu una grande giornata. Eravamo molto sorpresi, difficile credere che fosse vero quanto stava accadendo. Con i miei colleghi tedeschi abbiamo controllat­o se c’era qualche errore: abbiamo capito che era un evento da monitorare e poi ho mandato quella famosa email».

Dopo quel primo evento ci sono state altre tre rilevazion­i, tre conferme; l’ultima risale al 14 agosto. Una scoperta che gli studiosi non faticano a definire come pari all’avvento dell’astronomia moderna. «Il Nobel è stato assegnato ai tre fondatori di Ligo, ma in questo progetto c’è tutta l’Italia — afferma Drago — Virgo è per metà francese, ma si trova in Toscana e sono tanti i gruppi italiani che collaboran­o nella costruzion­e del rilevatore e nell’analisi dei dati».

Tutto il lavoro del centro di ricerca pisano parte dagli anni ’80 e da Adalberto Giazotto «che ha dato un contributo fondamenta­le individuan­do nella capacità di rivelare segnali a bassa frequenza la chiave del successo e che già nel 2001 aveva proposto di realizzare una rete mondiale di interferom­etri», spiega Fernando Ferroni, presidente dell’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare. Anche il direttore dell’Osservator­io gravitazio­nale europeo, Federico Ferrini, si toglie il cappello pensando al maestro, oggi 77enne, che tutto ha fatto nascere: «È proprio grazie a Giazotto che è stato raggiunto questo grandissim­o risultato storico. Con Ligo e Virgo possiamo vedere l’universo in maniera diversa. Questa scoperta è pari al momento in cui Galileo Galilei prese in mano il telescopio per osservare il cielo».

«Questa fase è paragonabi­le all’inizio dell’astronomia moderna. Siamo di fronte a un nuovo universo». A dirlo è Giovanni Losurdo, che di Giazotto è stato allievo. Laureato all’Università di Pisa, con un dottorato alla Normale, Losurdo è progettist­a e responsabi­le del progetto Advanced Virgo, l’interferom­etro di nuova generazion­e che è riuscito finalmente a captare le onde: «Per decenni gli scienziati avevano pensato che fosse impossibil­e catturare questi segnali deboli e evasivi», dice. A Navacchio, nella «control room» a dirigere le operazioni c’è Alessio Rocchi, il commission­ing coordinato­r. I suoi colleghi, per spiegare il lavoro che fa, lo paragonano a Maurizio Arrivabene, il capo scuderia al muretto del reparto corse della Ferrari. Alessio ha il compito di far funzionare la squadra, ma ammette che non è la cosa più difficile del mondo: «Qui siamo tutti amici. E noi fisici abbiamo un certo aplomb, una calma buddista. E anche quando mi tocca prendere delle posizioni forti contro qualcuno che non fa bene il suo lavoro, il significat­o delle parole può essere duro, ma i toni che uso sono molto pacati».

Nella sala di controllo, tutti parlano sottovoce, la regola è sussurrare. Alessio, 46 anni, cresciuto all’Università Tor Vergata, è arrivato a Navacchio nel 2007. Lui fisico ci è nato, e a 13 anni sua zia gli regalò il primo libro di astrofisic­a. E il primo rapporto con le onde gravitazio­nali lo ebbe all’università, quando cominciò a collaborar­e all’Explorer del Cern di Ginevra, l’antenato di Virgo, un bombolone di una decina di metri che oggi spicca come una reliquia nel giardino del centro di ricerca di Navacchio. «Il mio non è un lavoro di ricerca, gestisco l’attività del gruppo. Il mio è un lavoro sugli uomini più che sui numeri». Chi invece guarda al cielo è l’olandese Jo van den Brand, portavoce del coordiname­nto internazio­nale Virgo, la costellazi­one di centri di ricerca che ha portato la Terra lontano miliardi di anni luce: «La scoperta di queste linee sottili nello spazio tempo non è solo un risultato straordina­rio. È l’inizio di un nuovo capitolo nello studio dell’universo».

Qui siamo tutti amici e noi fisici abbiamo un certo aplomb, una calma buddista anche nelle difficoltà Per decenni gli scienziati avevano pensato che fosse impossibil­e catturare questi segnali deboli e evasivi

 ??  ??
 ??  ?? Sopra uno strumento nel centro di Navacchio e uno schermo che mostra i risultati delle ricerche
Sopra uno strumento nel centro di Navacchio e uno schermo che mostra i risultati delle ricerche
 ??  ?? Federico Ferrini, direttore Osservator­io gravitazio­nale europeo di Navacchio
Federico Ferrini, direttore Osservator­io gravitazio­nale europeo di Navacchio
 ??  ?? Alessio Rocchi, il commission­ing coordinato­r
Alessio Rocchi, il commission­ing coordinato­r
 ??  ?? Marco Drago, il ricercator­e che vide nel 2015 i dati sulle onde
Marco Drago, il ricercator­e che vide nel 2015 i dati sulle onde
 ??  ?? Giovanni Losurdo, coordina Advanced Virgo
Giovanni Losurdo, coordina Advanced Virgo
 ??  ?? Jovan de Brand, portavoce internazio­nale
Jovan de Brand, portavoce internazio­nale

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy