Né Bobby né Flic, però Cecco no
L’appellativo giusto? Mica facile. In ogni caso vi aiuterà a regolare i conti coi vicini...
Come lo chiameremo? Pippo? Nah... Odora di incompetenza e scarsa informazione sugli itinerari e la toponomastica da esplicare al forestiero («Pippo? Non lo sa»). E poi, qualora sia donna, via! «Pippa» pare brutto. Allora forse Cecco. O Nanni. O se si vuole esser «cool» (almeno nel quartiere di San Frediano, che è ormai doveroso): Urby. Diminutivo brit-gay di «Urbano». Mah! Certo che trovare un corrispettivo al «Bobby» inglese, per designare familiarmente, a Firenze, il neonato e tanto atteso «vigile di quartiere», sarà dura. Vigile di quartiere, per altro, in una città, culla della lingua italiana, dove tuttavia il «quartierino» è spesso, nel parlato comune, l’appartamento dove si «torna», pur non avendoci mai abitato in precedenza, e l’immondizia si chiama «nettezza», cioè pulizia. Una città dove perfino gli ex sindaci-prodigio sbagliano i quartieri con le località a cui è intitolata, per questioni storico-militari, la piazza principale del quartiere medesimo, e rievocano così, nei loro libelli autoagiografici, battaglie ed eroismi e maramaldeggiamenti inscenati fra un negozio di civaie, l’edicola e il bar sport. O magari i vigili di quartiere saranno solo quattro, come in fondo è etimologicamente corretto che i quartieri siano, tipo i quartieri del calcio storico: un vigile bianco, uno azzurro, uno verde e uno rosso, sulla falsariga dei corsari dei romanzi di Sàlgari. Chissà. Vediamone, in ogni caso, le possibili competenze. Il Vudicù (bruttino, anche l’acronimo, ed esposto a parafrasi poco edificanti) dirime liti vicinali, sanziona o minaccia di sanzioni la tipa che stende i panni ancora gocciolanti sui panni semiasciutti del piano di sotto, ma censura anche l’affumicamento di rappresaglia, con torce improvvisate, che la tipa del piano di sotto mette in atto ai danni del gocciolante bucato soprastante. Dissuade l’automobilista al quarantacinquesimo minuto di ricerca notturna del parcheggio dal posteggiare la macchina in sestupla fila sul residuo fossile di strisce pedonali del secondo dopoguerra o nello spazio riservato al console onorario del Belucistan (che poi è un commercialista di Pelago datosi alla diplomazia al mero scopo di assicurarsi un parcheggio sotto casa a Firenze). Stoppa il writer intenzionato a istoriare con la sua tag anche la porta Est del Battistero, seriamente convinto di migliorarla sul piano estetico (vabbé che è una copia...). Multa i padroni di cani che non raccolgano gli
Previsioni Non sarà un arcigno tutore dell’ordine, anche se qualche volta vi farà portare via la macchina dal carro-attrezzi
escrementi depositati sui marciapiedi dai loro tesori, ma arretra impotente in piazza della Signoria, soggiogato dal peso, e dalle dimensioni, dell’Arte, in cospetto del capolavoro di Fisher. Obbliga i titolari dei pub della movida ad abbassare le musiche (?) diffuse all’esterno del locale riconducendole, dalla primeva intensità Ac/Dc o Rolling Stones, ai livelli di un concerto unplugged di Pupo. Oppure, in alternativa, persuade i residenti degli appartamenti soprastanti all’installazione del triplo vetro fonoassorbente o ad indossare nottetempo cuffie da campionato di tiro al bersaglio, o ancora all’emigrazione nelle Isole Svalbard. Soccorre il gregge di ragazze americane sull’orlo del coma etilico, agevolandone all’occorrenza il vomito liberatorio all’interno degli appositi cassonetti interrati per la differenziata concordati dal sindaco Nardella con l’amministrazione Trump ( fra l’ «organico» e il «multimateriale-vetroplastica»: «vomito di americano briaco»). Sventa infine l’ormai ahinoi canonico stupro settimanale, purché non perpetrato da carabinieri: che lì ci vuole la militar-pol, cioè altri carabinieri, possibilmente vincolati al voto di castità. Il vigile di quartiere sarà insomma, come il Bobby londinese o anche il Flic parigino, più un amico che un arcigno tutore dell’ordine. E se anche vi farà portar via la macchina dal carro-attrezzi perché sostava in zona pulizie notturne delle strade, o ostacolava un cantiere last minute della tramvia, o l’abbattimento di alberi non malati, né malaticci, ma tuttavia cagionevoli, o ipocondriaci, vi consentirà, per lenire la vostre proteste, di installarvi al posto di guida. In modo così da potervi gustare la nuova esperienza, godendo da una posizione tutt’affatto nuova, e se vogliamo, per l’appunto più «vigile», le bellezze, più o meno degradate e devastate, del vostro o dell’altrui quartiere.