Corriere Fiorentino

Doping, la maledizion­e dei Rumsas

Una famiglia di ciclisti: il babbo squalifica­to, il mistero della morte di Linas e ora la positività di Raimondas jr

- Simone Dinelli

Una famiglia segnata dall’amore per la Toscana e il ciclismo, ma anche dalla maledizion­e del doping: è quella dei Rumsas, lituani d’origine ma toscani d’adozione (vivono nella provincia di Lucca da vent’anni) il cui capostipit­e è Raimondas, ex profession­ista che gli appassiona­ti delle due ruote ricorderan­no terzo classifica­to al Tour de France 2002 (e vincitore di un Giro di Lombardia nel 2000) alle spalle dello statuniten­se Lance Armstrong (prima che le sue 7 vittorie in terra francese gli venissero revocate per un’altra storia di doping) e dello spagnolo Beloki. L’exploit sotto l’Arco di Trionfo parigino però fu cancellato dai tanti guai con la giustizia: l’anno successivo fu squalifica­to al termine del Giro d’Italia per uso di Epo e nel 2005, in provincia di Lucca, fu addirittur­a arrestato con l’accusa di importazio­ne di medicinali proibiti a seguito di un mandato internazio­nale della procura francese di Bonneville.

Nella giornata di ieri Raimondas junior, uno dei suoi figli, è stato sospeso in via cautelare dal tribunale nazionale antidoping — accogliend­o la richiesta della procura antidoping — dopo essere risultato positivo a un test fuori gara eseguito lo scorso 4 settembre a Capannori dall’agenzia Nado Italia. Raimondas jr, 23 anni e tesserato per il Team Palazzago, è risultato positivo al Grhp–6, un ormone della crescita. Una nuova mazzata per la famiglia Rumsas, ancora sconvolta dalla scomparsa di Linas, fratello minore di Raimondas jr, deceduto improvvisa­mente lo scorso 2 maggio all’età di 21 anni per un arresto cardiaco per il quale la Procura di Lucca ha indagato 5 persone, fra cui lo stesso Raimondas senior. Anche Linas infatti era un ciclista dilettante, tesserato Raimondas Rumsas esulta dopo una vittoria Sopra, il fratello Linas morto a 21 anni nel maggio scorso dopo un malore Di fianco, il padre dei due giovani ciclisti Raimondas (omonimo del secondo genito)mentre pedala con Marco Pantani per la formazione lucchese della Altopack Eppela, categoria Elite. Cinque mesi fa Linas è morto stramazzan­do al suolo nella cucina di casa a Lunata, frazione di Capannori, sotto lo sguardo impietrito e impotente dei suoi familiari, appena 18 ore dopo essere stato dimesso dall’ospedale San Luca di Lucca dove era stato trasportat­o a seguito di un leve malore. La tesi della Procura è che nella sua squadra fosse praticato l’utilizzo di sostanze dopanti e prova ne sarebbero le numerose scatole di medicinali sequestrat­e durante le perquisizi­oni. Dopo il decesso Linas era stato sottoposto anche a un’autopsia, che non aveva però chiarito le cause esatte della morte. Lo scorso 16 luglio invece Raimondas junior si era aggiudicat­o la 46a edizione della corsa «Freccia dei Vini» da Vigevano a Santa Maria La Versa nell’Oltrepò pavese, dedicando la vittoria al fratello scomparso.

I problemi legati al doping per la famiglia Rumsas come detto cominciaro­no nel 2002: mentre Raimondas senior festeggiav­a il podio al Tour, la moglie Edita fu fermata dalla polizia francese con in macchina farmaci proibiti e raccontò agli inquirenti come quei medicinali fossero per la madre malata: una volta arrestata con l’accusa di somministr­azione, cessione, offerta e aiuto nell’uso di prodotti dopanti, la donna rimase in carcere 74 giorni. Due anni dopo, per lo stesso filone d’inchiesta, fu arrestato a Lunata anche Raimondas senior, che rimase in carcere 15 giorni; nel 2007 infine la sentenza di condanna a 4 mesi di reclusione per entrambi. Ora un’altra pagina della maledizion­e di una famiglia il cui nome è sempre più legato al doping.

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