IL CORRIERE E I TASSISTI
«No fake news» ammoniva lo striscione che ieri apriva il corteo dei tassisti fiorentini. «No notizie false». E poi una lunga sosta davanti alla sede del Corriere Fiorentino per protestare contro di noi, lanciandoci offese di ogni tipo, additandoci perfino come corresponsabili delle aggressioni che hanno colpito alcuni di loro negli ultimi tempi. Secondo qualche esagitato sarebbe perfino colpa nostra se il tassista Gino Ghirelli versa ancora in gravissime condizioni all’ospedale dopo la rissa con due giovani, avvenuta nella notte tra l’11 e il 12 luglio in piazza Beccaria e sulla quale è aperta un’inchiesta della Procura. A noi non resta che ribadire quello che da sempre pensiamo e da sempre scriviamo, in assoluta trasparenza. Non ci sentiamo nemici dei tassisti (e per questo abbiamo lasciato ben aperto il portone sul Lungarno delle Grazie quando è arrivato il corteo). Neppure quando ci troviamo in disaccordo con la categoria. Ci preme solo ribadire alcuni convincimenti:
1) Firenze è una città relativamente piccola, ma che esercita un richiamo fortissimo in tutto il mondo e che ospita alcune iniziative di risonanza mondiale, come Pitti. Questo significa che beneficia o sconta (a seconda dei punti di vista) di un andamento irregolare nel flusso dei visitatori (turisti o operatori economici). Con una domanda di servizi che è di conseguenza altalenante. Una caratteristica che complica la soluzione dei problemi. Per quello che riguarda i taxi non è certamente un buon motivo per accettare un servizio tarato soprattutto sulla bassa richiesta.
2) La questione è delicata perché investe il profilo economico di una categoria che ha speso parecchio per comprarsi le licenze e che adesso teme la liberalizzazione perché cancellerebbe il valore dell’investimento fatto. In gioco ci sono bilanci e destini di centinaia di famiglie.
3) È un contesto nel quale le esasperazioni fanno solo danno. C’è da cominciare a costruire una prospettiva che avvicini sempre di più le esigenza della comunità a quelle della categoria, senza mandare nessuno sul lastrico ma anche senza mettere la testa sotto la sabbia.
Perché non capire come alcuni muri siano destinati prima o poi a cedere significa esporsi a svolte improvvise quanto travolgenti. Non ce lo dice qualche Cassandra di ritorno, ma l’esperienza internazionale, quello che ognuno di noi può vedere e capire quando viaggia all’estero. Sui taxi e su tutto il comparto dei trasporti. Pubblici e privati.
4) Il Corriere Fiorentino racconta, sollecita, mette a confronto opinioni diverse, non fa guerre sante. Di nessun tipo. Come il Corriere della Sera sul piano nazionale. E con questo spirito mai abbiamo negato spazi ai rappresentanti dei tassisti. Con alcuni di loro spesso siamo andati in giro per capire meglio il loro punto di vista. E anche quanto chiedevano all’amministrazione comunale per allentare la morsa del traffico.
5) Su un punto non ci può essere discussione. Questo giornale è impegnato da anni in una battaglia tutt’altro che semplice contro il degrado e per una maggiore sicurezza. Di giorno e di notte. Farci passare per fomentatori di violenza è molto più di un errore. Sappiamo quali frutti abbiano dato in questo Paese minacce e avvertimenti. Il volantino che veniva distribuito ieri si concludeva così: «A quella stampa che riteniamo vergognosamente in mala fede, non proviamo a spiegare più niente, ma diciamo: la prossima aggressione che subiamo, il prossimo padre che non tornerà dai propri figli, sapremo chi, di fatto, ne sarà stato il mandante».
Fermatevi, finché siete in tempo. Anche le parole usate male a volte possono fare malissimo.