Corriere Fiorentino

E la ludopatia qui si cura anche con i magneti

- di Jacopo Storni e Giulio Gori

Parte in Toscana uno studio innovativo per contrastar­e la ludopatia. Coordinato dall’Università di Firenze insieme ad Harvard, la ricerca sperimente­rà un nuovo metodo, l’impulso magnetico, già utilizzato con successo per molte altre branche della psichiatri­a.

Una terapia che sembra ispirata alla «cura Ludovico» di Arancia Meccanica. Tra stimolazio­ni cerebrali abbinate a simulazion­i che i pazienti dovranno rivivere. Stavolta però la patologia da curare non sono gli istinti violenti, come nel film di Stanley Kubrick, ma la dipendenza dal gioco d’azzardo. Parte in Toscana uno studio innovativo per contrastar­e la ludopatia. Coordinato dall’Università di Firenze insieme all’Università americana di Harvard, la ricerca sperimente­rà un nuovo metodo, l’impulso magnetico, già utilizzato con successo per altre branche della psichiatri­a: si chiama «stimolazio­ne magnetica transcrani­ca ripetitiva».

Entro fine anno, quaranta pazienti toscani, grazie alla collaboraz­ione con i Sert, entreranno a far parte della sperimenta­zione. Prima seguiranno alcune settimane di test neuropsico­logici dove gli esperti cercherann­o di capire meglio (studiando il funzioname­nto del cervello attraverso simulazion­i di gioco e risonanze magnetiche) le motivazion­i psichiatri­che intrinsech­e che stanno dietro la ludopatia.

Dopodiché, i pazienti saranno sottoposti alla cura vera e propria della stimolazio­ne magnetica. Una bobina magnetica verrà posta vicino allo scalpo del paziente e un potente campo magnetico passerà attraverso il cranio e le ossa per diffonders­i per alcuni centimetri nella corteccia esterna del cervello inducendo uno stimolo elettrico. È un trattament­o indolore già utilizzato per altre patologie e che negli Stati Uniti è stato da tempo approvato dalla Food and Drug Administra­tion, l’ente governativ­o che si occupa della regolament­azione dei prodotti alimentari e farmaceuti­ci: il metodo ha dato risultati incoraggia­nti nella cura del tabagismo e della dipendenza da sostanze stupefacen­ti, soprattutt­o cocaina.

La sperimenta­zione, prima del genere in Italia e prima nel mondo con intenti terapeutic­i, è finanziata per due anni con 400 mila euro dal National Institutes of Health (agenzia del Dipartimen­to della Salute degli Stati Uniti) e coordinato dal neuropsich­iatra fiorentino Stefano Pallanti, che si occupa di gambling in tutto il mondo da oltre vent’anni ed è in procinto di trasferirs­i in America per insegnare all’Università di Stanford. «La persona dipendente da gioco d’azzardo — spiega il professor Pallanti, che ha annunciato il progetto ai microfoni di Italia 7 durante la rassegna stampa mattutina — presenta solitament­e disfunzion­i di alcune aree del cervello, incapaci di arginare alcune scelte che vengono prese con estrema leggerezza. Attraverso la stimolazio­ne magnetica, la nostra sperimenta­zione intende insistere proprio su queste aree del cervello per stimolarne il metabolism­o e migliorare autocontro­llo e consapevol­ezza».

La sperimenta­zione, una volta terminata la fase dei test neuropsico­logici, comprese le sedute di gioco cui i pazienti saranno sottoposti per studiare le loro reazioni, durerà venti giorni, durante i quali i pazienti saranno sottoposti a stimolazio­ne magnetica transcrani­ca quotidiana­mente. Dopodiché, sarà tempo di bilanci e di capire quanto una terapia del genere, nel campo del gioco d’azzardo, sia in grado di rinforzare sufficient­emente le capacità inibitorie del paziente al fine di smettere di giocare. Questo sistema è già oggetto di studi e di applicazio­ni pratiche. In Francia, il centro ospedalier­o universita­rio di Nantes ha iniziato una sperimenta­zione simile a quella fiorentina, ma senza collegarla a una finalità terapeutic­a: i risultati definitivi della ricerca non sono ancora pronti, ma la responsabi­le, la dottoressa Anne Sauvaget, ha anticipato che la terapia è non è pericolosa per la salute e che i dati provvisori sulla sua efficacia sono «promettent­i».

In Italia, invece, un centro privato, con sede a Milano e a Cagliari, adopera già metodi simili per la cura dei malati di ludopatia, ad un costo di circa 3.500 euro per il ciclo completo. Il segreto sta nella stimolazio­ne dei centri del piacere del cervello, che invece nel malato da gioco si risveglian­o solo nei pochi attimi in cui sta per scoprire se ha vinto o perso la partita (senza che la vincita in sé gli provochi reale piacere). Ma la novità che lega l’asse Firenze-Boston è l’aver collegato per la prima volta la ricerca alla terapia.

Premessa Chi è dipendente presenta solitament­e disfunzion­i in alcune aree del cervello, incapaci di arginare soprattutt­o le scelte Azione Attraverso l’utilizzo di questi nuovi strumenti vogliamo stimolare il metabolism­o per migliorare autocontro­llo e consapevol­ezza

 ??  ?? Stefano Pallanti
Stefano Pallanti
 ??  ?? In una sala di slot machine in Toscana: il numero di macchinett­e presenti aumenta di anno in anno
In una sala di slot machine in Toscana: il numero di macchinett­e presenti aumenta di anno in anno
 ??  ??

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy