Corriere Fiorentino

SALVA-BORGHI, LEGGE A DUE FACCE

- di Enrico Nistri

Mezzo secolo fa Luciano Bianciardi denunciava il rischio di una« monte ca ti nizza zio ne» dell’Italia. Il grossetano spirito bizzarro mal sopportava l’ idea di un Bel Paese leccato e rileccato come la storica località termale.

Se tornasse oggi a Montecatin­i, magari nella stazione principale, poco prima del passaggio dell’ultimo regionale, non condivider­ebbe le stesse preoccupaz­ioni. In compenso, dopo aver conosciuto la legge Realacci a tutela dei piccoli Comuni, denuncereb­be il rischio di una «pientizzaz­ione» dell’Italia. L’antica Corsignano, rifondata da Pio II, è stata l’antesignan­a della tendenza a mettersi in chicchere e piattini per un improvviso boom turistico. È una scelta che presenta aspetti positivi, creando posti di lavoro, frenando lo spopolamen­to, valorizzan­do edifici altrimenti condannati al degrado. Ma al tempo stesso comporta inconvenie­nti: dal rincaro dei prezzi alla perdita di autenticit­à, con la mescita che diventa enoteca, la merceria che si trasforma in rivendita di souvenir o di prodotti tipici nel cellophane. La legge salva-borghi potrà accentuare questo processo, essendo in buona parte finalizzat­a alla promozione turistica. È onesto aggiungere, però, che gli incentivi che prevede potrebbero favorire non solo il movimento dei forestieri, ma il radicament­o dei residenti. Vivere con una connession­e internet claudicant­e è problemati­co per il turista, ma anche per il pensionato con cui l’Inps vuol comunicare on line. E altri interventi potrebbero essere mirati alla salvaguard­ia degli uffici postali e alla riapertura di sezioni delle elementari, per risparmiar­e ai bimbi quotidiani sballottam­enti. Certo, i ritorni al passato sono impossibil­i. Dopo il tramonto della mezzadria paesaggio agrario e geografia umana non saranno più gli stessi. Ma proprio per questo è necessario cercare alternativ­e. Grazie all’«albergo diffuso» un borgo murato come Gargonza è tornato a vivere, accogliend­o seminari di studi dopo aver ospitato Dante. E senza il bottegaio che vende a prezzo d’affezione il pecorino di conca la parietaria si arrampiche­rebbe su tanti edifici storici. Le provvidenz­e salva-borghi vanno in questa direzione, l’unica concepibil­e. Per tenere la popolazion­e nel territorio senza un imperatore romano, ci vogliono incentivi. In mancanza di un editto di Dioclezian­o, ben venga la legge Realacci.

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