Le vie di Libropolis
Dal 20 al 22 ottobre debutta «Libropolis», festival dell’editoria e del giornalismo indipendenti Tra gli ospiti Marco Tarchi e Antonio Pennacchi. «Quando tutti guardano da una parte bisogna guardare dall’altra»
A Pietrasanta un festival di incontri dedicati all’editoria indipendente
Esistono realmente un’editoria e un giornalismo indipendenti in Italia? Oppure viviamo tutti orwellianamente in una grande fattoria del pensiero? Per avere risposte a questa intrigante e attualissima domanda si consiglia di partecipare a Libropolis, prima edizione del festival dell’editoria e del giornalismo indipendenti che si svolgerà a Pietrasanta dal 20 al 22 ottobre, nello splendido chiostro di Sant’Agostino, nel cuore della cittadina versiliese.
«È la prima manifestazione in Italia a puntare i riflettori su prodotti editoriali d’eccellenza che tuttavia non sono presenti nei circuiti mainstream. Un’idea originale per promuovere le realtà editoriali emergenti — spiega Alessandro Mosti, giovane avvocato con la passione per l’editoria e ideatore della manifestazione — il confronto e lo stimolo intellettuale sono il motore principale del festival che nasce allo scopo di proiettare in avanti le idee non conformiste». E infatti nei numerosi stand che faranno da corollario a dibattiti e conferenze, si troveranno editori poco conosciuti al grande pubblico: dall’editrice Arianna di Bologna, che spazia dal rapporto uomo-natura all’approfondimento di geopolitica, alla napoletana Diana edizioni che si occupa di filosofia, della questione meridionale e di storia, entrambe le prime due hanno pubblicato tra l’altro i libri di uno dei più originali pensatori francesi, Alain De Benoist, e inoltre Carta canta editrice di Forlì, che pubblica autori semisconosciuti e nel suo catalogo inserisce romanzi e molto altro. Un’attenzione particolare, per qualità e longevità, è da riservare a La Roccia di Erec, di Firenze, diretta dal noto politologo Marco Tarchi, ospite anch’egli di un dibattito sul populismo, che pubblica da circa quarant’anni due riviste, Diorama e Trasgressioni, vere e proprie boccate d’ossigeno per il pensiero non conformista.
Secondo Tarchi «esiste un pulviscolo di piccole e piccolissime case editrici che sfidano il conformismo culturale così pesantemente diffuso in Italia. Da sempre — osserva il politologo — il loro problema è la distribuzione, perché i grandi circuiti librari le rifiutano. La disponibilità dell’e-commerce ha migliorato la situazione, senza però offrire al lettore quel contatto visivo e quella possibilità di scorrere le pagine di un volume, leggendone qualche brano qua e là, che sono spesso decisivi per indurre all’acquisto. Libropolis è un’ottima occasione per consentire di far conoscere meglio iniziative e idee che la grande industria culturale costringe in un limbo». La kermesse versiliese nasce da un progetto più ampio, «da un gruppo umano che fa capo al quotidiano on line L’intellettuale dissidente — sottolinea Mosti — e inoltre ha dato vita a una casa editrice, con sede a Roma la Gog edizioni che pubblica libri di saggistica, di costume e di politica».
Tra gli ospiti che animeranno il festival troviamo personaggi come Alberto Negri, che su Il Sole 24 Ore scrive reportages di politica estera, recandosi sul campo, di recente in Siria; Paolo Becchi, economista controcorrente, Antonio Martino, ex ministro della difesa; lo scrittore Stenio Solinas, Franco Cardini, che presenterà il suo ultimo libro: Gesù la falce e il martello, assieme ad Antonio Pennacchi il quale evidenzia come la libertà di stampa in Italia sia sancita dalla Carta Costituzionale: «E dunque secondo me la libertà di stampa c’è — afferma con forza il romanziere ciociaro — Il problema maggiore è lo spirito conformistico che è insito in ciascuno di noi. Vede — prosegue Pennacchi — noi siamo nati per essere amati e accettati, vogliamo piacere a tutti e allora ci si conforma al pensiero dominante. Io invece sono uno spirito di contraddizione e mi sarebbe piaciuto organizzare nella mia città, Latina, un festival del pensiero divergente». Ma cosa si deve intendere per pensiero divergente? «Le spiego subito: quando tutti guardano da una parte bisogna cominciare a guardare dall’altra», conclude lo scrittore, autore tra gli altri de Il fasciocomunista e del Premio Strega Canale Mussolini. Ma guardare dall’altra parte significa remare controcorrente, il che è faticoso e spesso inconcludente. Il mondo editoriale è un mondo in cui per la maggior parte prevale un modello che si potrebbe definire omologante e dunque in molti piccoli editori fa capolino un certo pessimismo. «La grande editoria dà spazio a opere che contestano quello che lei chiama pensiero unico? — si chiede Marco Tarchi — La risposta è: quasi mai. Gli “eretici”, i non-allineati al clima dominante della nostra epoca sono trattati da appestati. La piccola editoria, le riviste diffuse per abbonamento che passano di mano in mano sono l’unica alternativa a questa sorta di dittatura intellettuale soft».
Il politologo fiorentino, al pari di Pennacchi, fa fatica a trovare nel campo giornalistico una voce davvero estranea allo schema sinistra/destra, «che giudico consunto e inefficace per interpretare e conoscere la realtà odierna». Il messaggio ci pare essere quindi che in un mondo globalizzato è necessario cominciare a ragionare per grandi spazi, uscire da un certo provincialismo e in questo senso le iniziative editoriali, magari di nicchia, possono aiutare a sviluppare un pensiero indipendente che non deve essere necessariamente quello del bastian contrario ad ogni costo, bensì un contributo a conoscere meglio il mondo in cui viviamo. Libropolis è un passo in questa direzione.
I non allineati al clima dominante della nostra epoca sono trattati da appestati dalla grande editoria La libertà di stampa c’è, ma il problema maggiore è lo spirito conformistico insito in ciascuno di noi