«Ora scudetto»
Domenica a ora di pranzo c’è Fiorentina-Udinese, due club modello per gestione economica I friulani hanno già lo stadio di proprietà, i viola ci stanno provando. Entrambi però puntano a rilanciarsi in serie A
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Con Pioli e Delneri l’obiettivo è quello di valorizzare i giovani talenti per rivivere stagioni importanti anche in Europa Panchine
C’era una volta e, probabilmente, ci sarà ancora. Fiorentina e Udinese sono due delle realtà più solide e floride del calcio italiano negli anni 2000. Società con proprietà virtuose come i Della Valle e i Pozzo che per anni hanno sfornato campioni e abitato nei quartieri alti della classifica, mantenendo i conti in ordine.
Due storie che certificano come sia possibile ottenere risultati con programmazione e idee, anche senza avere orde di tifosi in tutto il mondo. La classifica di questo primo scorcio di stagione e le prestazioni disputate dicono chiaramente che qualcosa sta cambiando. Intanto non ci sono più Di Natale da una parte e le forti individualità dall’altra. E i risultati ne risentono. Ma sia la Fiorentina che l’Udinese sono in una fase delicata della loro storia. E alla base di tutto, c’è lo stadio. Il club di Pozzo, nel giro di pochi anni, ha ammodernato il Friuli diventandone anche proprietario. L’impianto, aperto anche durante la settimana, rappresenta una nuova fonte di guadagno. La Dacia, marchio automobilistico che sponsorizza la struttura e le dà il nome, garantisce circa mezzo milione all’anno. All’interno della casa dell’Udinese, inoltre, c’è il museo del club dove tifosi e turisti possono conoscere e toccare con mano la storia della squadra. Una sede che la Fiorentina non ha ma sulla quale, da diversi anni, c’è un discorso in sospeso con l’amministrazione comunale. L’idea vincente, seguendo il modello della Juventus a Torino, potrebbe essere quella di indirizzare il forte flusso di turisti che arrivano a Firenze a visitare la città anche in chiave calcistica. Ancor più importante è la questione dello stadio alla Mercafir. Entro la fine del 2017 arriveranno risposte significative sulla fattibilità del progetto che nei mesi scorsi è stato presentato a Palazzo Vecchio.
Il fiore all’occhiello dell’Udinese poi è sempre stato il settore scouting. Basti sapere che dai primi anni novanta ad oggi i bianconeri hanno realizzato plusvalenze per un totale di quasi 650 milioni di euro. Sanchez, Handanovic, Inler e Cuadrado sono solo alcuni dei ragazzi di belle speranze che sono fioriti in certezze.
La Fiorentina ha saputo fare qualcosa di simile, o anche meglio. Sì, perché i Della Valle hanno trattenuto più a lungo i propri gioielli, cosa che ha permesso ai viola di disputare con costanza le competizioni europee accumulando preziosi punti per il ranking Uefa. Oggi sia Firenze che Udine stanno ripartendo con un percorso diverso. Hanno individuato allenatori capaci, navigati e con un passato nella sore cietà attuale per aprire con loro una storia pluriennale. Pioli e Delneri hanno maturato esperienze anche nelle grandi squadre: il primo alla Lazio e all’Inter, il secondo alla Roma e alla Juventus, e oggi sono ben identificati nella realtà dove lavorano. Hanno trovato l’ambiente giusto dove mette- in pratica le loro idee. Contano il lavoro sul campo, l’entusiasmo dei giovani che hanno a disposizione e quel talento che, seppur minore rispetto ad altri anni, è necessario.
Fiorentina e Udinese provano a ripartire così. Senza fretta, senza l’affanno di doverci riuscire nell’immediato ma con la consapevolezza che sono stati e devono tornare ad essere esempi virtuosi per tante altre società. Molti hanno provato a seguirli ed emularli, ma nessuno c’è riuscito fino in fondo.