Caccia all’Oktoberfest viola, per evitare l’anonimato
Da Delneri fino alla Roma: cinque sfide da non fallire. Ma serve un altro atteggiamento
Ora o mai più. Oggi a pranzo comincia un ciclo di partite che la Fiorentina non può sbagliare. La pena sono mesi di anonimato, un grigiore che distrugge la passione e che i viola devono combattere con tutte le energie a loro disposizione.
Il passo falso di Verona ha lasciato il segno sul morale dell’ambiente e sulla classifica. La realtà è triste. Ma il calendario offre una mano a Pioli. Bisogna andare oltre l’appuntamento con l’Udinese. Il lunch match con i bianconeri di Delneri deve rappresentare la scintilla per riaccendere la squadra, brutta e involuta, colpita al cuore da Maran prima della sosta. Serve uno scatto in avanti per non affondare nella mediocrità, per riappropriarsi del sogno di poter lottare per l’Europa, anche fosse soltanto per l’ultimo posto disponibile.
La classifica rischia di soffocare la Fiorentina, ma se i viola cancelleranno l’imbarazzante prova di due domeniche fa, qualcosa di buono può ancora succedere. La trasferta di Benevento, il Torino in casa e poi il viaggio a Crotone prima della Roma, il calendario di questa finestra che precede la terza sosta, quella dedicata alle Na- zionali impegnate negli spareggi, non è impossibile. A patto che la squadra reagisca.
In queste due settimane si è parlato tanto di sistema di gioco. È vero che il 4-2-3-1 è complesso e serve un lungo addestramento per metterlo in pratica senza sbandamenti. Ma da cambiare, prima di tutto, è l’atteggiamento. Servono coraggio e orgoglio. I giovani protagonisti viola devono capire che le partite durano 95 minuti e non soltanto un quarto d’ora. Il secondo punto è l’equilibrio. Pioli ha lavorato molto sulla difesa: Pezzella e Astori forniscono buone garanzie, i terzini assai meno. Laurini, dopo gli svarioni di Gaspar, è balzato in testa nelle gerarchie. Mentre a sinistra il tecnico è orientato a dare ancora fiducia a Biraghi nonostante i gol del Chievo pesassero soprattutto sulla sua coscienza. Ma tutta la squadra deve migliorare nella fase di non possesso palla. A centrocampo Benassi dovrà cercare di interpretare al meglio il ruolo di finto incursore, partendo alto per attaccare la profondità e al tempo stesso abbassandosi per dare sostegno a Badelj e Veretout. E Thereau, più seconda punta che ala, oltre a non lasciare solo Simeone, deve sforzarsi di dare una mano in copertura. Poi si può pensare alla fase d’attacco.
Mancano i cross e soprattutto deve migliorare la velocità di esecuzione palla a terra. Per adesso gli attaccanti non hanno segnato lo straccio di un gol al Franchi e questo è un indizio di cui l’allenatore non può non tenere conto. Serve accorciare la squadra, sfruttare le corsie esterne, legare i reparti. Simeone spesso è solo in un mare di difensori. I centrocampisti devono aiutarlo senza perdere equilibrio. Ultima condizione necessaria al riscatto è la continuità: non basta incendiarsi una domenica. Altrimenti niente Oktoberfest.