ChiantiBanca ricambia
Il Cda: meglio tornare con Iccrea Ma i trentini di Cassa Centrale non cedono: «Pronti a tutelarci»
Scadenze L’assemblea dei soci sarà chiamata a esprimersi entro la fine dell’anno
ChiantiBanca, si ricambia. Forse. La telenovela bancaria di San Casciano ha registrato ieri una nuova puntata: il Consiglio di amministrazione, presieduto dal presidente Cristiano Iacopozzi (nella foto), ha deliberato di «valutare l’adesione al costituendo gruppo bancario cooperativo promosso da Iccrea», che ha sede a Roma. Se dalla valutazione si passasse alla decisione, finirebbero in un nulla di fatto le determinazioni assunte da due assemblee dei soci (quella del dicembre 2016 e quella del maggio 2017) che avevano dato il via libera alla proposta di aderire al «gruppo trentino» di Cassa Centrale, indicato come preferibile dal Cda allora presieduto da Lorenzo Bini Smaghi.
In meno di due anni, ChiantiBanca è passata dall’ipotesi di uscire dal credito cooperativo trasformandosi in spa (come ha fatto la banca di Cambiano) all’adesione alla holding «alternativa» a trazione trentina, per poi adesso indicare l’adesione al gruppo targato Iccrea come obiettivo. I soci saranno chiamati ad esprimersi, ancora una volta, in un’altra assemblea entro la fine dell’anno: la data sarà stabilita molto rapidamente, probabilmente già nel prossimo Cda, anche perché Bankitalia ha chiesto che per l’inizio di gennaio le due holding siano in grado di presentarle la lista completa delle banche aderenti.
Secondo il Consiglio attualmente in carica, il gruppo Iccrea è «quello più vicino alla tradizione di ChiantiBanca e delle Bcc che ha nel tempo incorporato, oltre che quello più rispondente al modello di impresa bancaria cui ChiantiBanca, anche nei rapporti con il mondo cooperativo e con le altre Bcc del territorio toscano, si è sempre ispirata».
Tutto deciso, quindi? Non proprio. Anche perché non si possono fare i conti senza l’oste, che in questo caso veste i panni di Cassa Centrale. Da Trento non arrivano commenti ufficiali, ma l’aria che tira è piuttosto chiara: in ambienti vicini all’istituto si fa notare che ad oggi non c’è nessuna comunicazione formale del cambio di rotta, ci sono soltanto gli impegni presi e fin qui ribaditi da ChiantiBanca con Cassa Centrale. A partire dai due bond subordinati, dal valore di 10 milioni di euro ciascuno, che i trentini hanno emesso per irrobustire il patrimonio della banca di San Casciano. Allo stato attuale, a Trento si ritiene che ChiantiBanca faccia parte a pieno titolo del loro gruppo, dopo aver sottoscritto impegni precisi, e si fa notare che, laddove il «ripensamento» venisse ufficializzato, Cassa Centrale è pronta a cautelarsi e a tutelare i propri diritti e interessi. Come dire che il ritorno di ChiantiBanca nella casa delle Bcc non sarà gratis.
E che probabilmente per accogliere il figliol prodigo di San Casciano la Federazione dovrà mettere mano al portafogli. A meno che non si concretizzi un’ipotesi che circola con insistenza nelle ultime ore ai piani alti di ChiantiBanca: pur andando con Iccrea, l’istituto sarebbe pronto a sottoscrivere comunque l’aumento di capitale di Cassa Centrale. Un paio di milioni di euro per evitare i ferri corti.