BONUS SÌ, SE SARÀ L’ATTO PRIMO
E’stato ribattezzato «bonus verde» e, tra i bonus annunciati in questi ultimi anni, è forse quello da cui aspettarsi più effetti positivi di media durata. Prevede una detrazione pari al 36% delle spese per giardini, balconi e terrazzi (fino ad un massimo di 5.000 euro per unità immobiliare) e, secondo il governo che l’ha inserito nella legge di Bilancio 2018, può muovere fino a 600 milioni. La misura interessa molto la Toscana, prima regione italiana per produzione di fiori e piante ornamentali con circa 1.500 aziende che danno lavoro ogni giorno a 12 mila persone, indotto compreso. Il motore del settore come è noto è Pistoia, dove si è molto brindato alla proposta del governo di introdurre il «bonus verde» che ora dovrà essere approvato dal Parlamento (non ci dovrebbero essere sgradite sorprese, ma occhio ai perigliosi mari preelettorali...). I festeggiamenti pistoiesi sono comprensibili, perché è ancora vivo il ricordo della bufera del marzo 2015 e dei suoi 140 milioni di danni nei vivai. Tuttavia sarebbe un errore dimenticare che la crisi economica ha spazzato via un quarto delle aziende florovivaistiche toscane, la grande maggioranza delle quali di medie e piccole dimensioni, con la perdita di centinaia di posti di lavoro. Tornare ai numeri pre-crisi è un’ambizione irrealistica, ma ciò non toglie che anche per il florovivaismo si può e si deve ambire a politiche strutturali — e investire sul verde è alla fine un grande regalo che facciamo a noi e ai nostri figli. Insomma, non sediamoci su un bonus.