Corriere Fiorentino

Chi uscirà, chi entrerà: i duelli del Rosatellum

LA TOSCANA E IL PARLAMENTO CHE SARÀ

- Fatucchi

Tre sfide incerte, forse alcune di più. Nonostante ancora il campo di battaglia non sia definito. Il Rosatellum, la nuova legge elettorale, prevede infatti sfide «secche», tra candidati di partiti, movimenti e/o coalizioni. In Toscana sono 14 le sfide per la Camera, 7 al Senato. Il Pd, che ha voluto la riforma assieme a Forza Italia, Lega e Ala di Verdini, sa che in Toscana ed in Emilia Romagna ci sono i due bacini più importanti per gli eletti nella sfida secca (gli altri, 24 alla Camera e 18 al Senato, saranno eletti in collegi proporzion­ali). Ma sa anche che niente è più scontato. Il segretario del Pd toscano Dario Parrini si è detto fiducioso di poter arrivare a fare «quasi» cappotto. Le proiezioni fatte da Ipsos per il Corriere della Sera invece danno già persi due collegi alla Camera (Massa-Carrara e parte della Lucchesia, e uno nel sud della Toscana). Ma tutto questo è stato registrato prima che si capisca come finirà, e se arriverà, la composizio­ne di una lista di sinistra (da Sinistra Italiana a Mdp a Civati alle liste di Tomaso Montanari) e prima del primo test elettorale, vero, di questa nuova fase politica: le elezioni siciliane del 5 novembre.

I collegi ipotizzati nelle simulazion­i sono in fase ancora di definizion­e al ministero dell’interno: si pensa che rispecchie­ranno, alla Camera, quelli del vecchio Mattarellu­m al Senato, mentre i collegi proporzion­ali potrebbero basarsi su quelli studiati per l’Italicum. Ma, al netto dei tecnicismi, le manovre dentro al Pd e negli altri schieramen­ti sono già avanti.

Alla Camera, si pensa alla riconferma soprattutt­o dei renziani, doc o meno: David Ermini, Luca Lotti, Edoardo Fanucci, Luigi Dallai, Federico Gelli. Se si aggiungono i franceschi­niani come Antonello Giacomelli e Caterina Bini, Luca Sani (vicino al ministro Martina) ed almeno un nome per gli orlandiani (gira quello dell’assessore regionale Vin- cenzo Ceccarelli) la pattuglia è già folta. Se poi Matteo Renzi scegliesse un collegio uninominal­e alla Camera e non al Senato (ipotizzato ma con l’Italicum), il puzzle dei candidati Pd dovrebbe non dare grandi spazi a «paracaduta­ti» da Roma. Mentre Maria Elena Boschi,ormai leader nazionale, non si candiderà in Toscana, per evitare una sovraespos­izione sulla vicenda Banca Etruria nella terra dove è esploso il caso. Ma due territori che già esprimono eletti Pd, cioè Grosseto con Sani e Massa-Carrara con Martina Nardi, sono a rischio per il Pd. Poco male: ci sono possibili «piani B», perché chi corre nell’uninominal­e può candidarsi (ed essere eletto) in collegi pro- porzionali (fino a 5 diversi). Al Senato, certa la ricandidat­ura di Rosa Maria Di Giorgi, Laura Cantini e Andrea Marcucci: ma proprio questo ultimo «big» renziano è in un uninominal­e a rischio, tra la Versilia a trazione centrodest­ra e Massa-Carrara a trazione M5S. Per gli orlandiani, c’è la riconferma di Silvia Velo. Rischiano di

restare fuori Vannino Chiti e Claudio Martini.

In Forza Italia, due new entry (per il Parlamento): Massimo Mallegni, ex sindaco di Pietrasant­a, e il consiglier­e regionale Marco Stella. Fratelli d’Italia, oltre alla riconferma di Achille Totaro, potrebbe candidare i pistoiesi Alessandro Capecchi e Fabrizio La Pietra, Fabrizio Rossi, assessore a Grosseto. «Ma ci aspettiamo molti più eletti degli attuali, ci sono grandi spazi» spiega il consiglier­e regionale Giovanni Donzelli. Anche la Lega vorrebbe piazzare propri candidati, ma nel frattempo ha espulso (in segreto, è successo lo scorso 24 luglio) uno dei possibili candidati, Massimilia­no Baldini.

Mpd, Sinistra Italiana, Possibile e le altre sigle di sinistra devono ancora decidere se e come comporre la propria lista. Quanti già eletti ricandidat­i, quanti nuovi? «Decideremo in modo democratic­o», rinvia la scelta il coordinato­re Mdp Filippo Fossati (deputato uscente). Ma nel loro caso, prima bisognerà capire se riuscirann­o davvero a fare una lista unica e come vorranno presentars­i. «Ci saranno le parlamenta­rie», dice per il M5S il deputato Alfonso Bonafede. Ma appare improbabil­e che sia lui, che Laura Bottici che Sara Paglini (entrambe di Massa-Carrara, seggio per loro contendibi­le), tutti fedelissim­i di Grillo, non saranno ricandidat­i.

Il piano B Il Pd candiderà nel listino proporzion­ale i big che rischiano nell’uninominal­e

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Vincenzo Ceccarelli (Pd), assessore regionale
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Marco Stella (Forza Italia) consiglier­e regionale
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Fabrizio Rossi (Fratelli d’Italia), assessore a Grosseto

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