Pioli come Sarri e Spalletti (se il turnover può attendere)
Gli stessi undici sempre in campo: la forza di un blocco. Ma occhio alla fatica
Maurizio Sarri sta facendo giocare quasi sempre gli stessi da tre anni, Luciano Spalletti dall’inizio della stagione. L’arte del turnover, invenzione del calcio moderno per sopravvivere nei momenti in cui si va in campo a ogni respiro, senza pause e talvolta senza logica, è un’arma a doppio taglio. Allegri lo sfrutta perché ha una rosa ampia e di valore, ma funziona solo quando il gruppo è collaudato e conosce alla perfezione i meccanismi. Altrimenti sono dolori. Nella fase di conoscenza può essere un rischio. Ecco perché Spalletti l’Inter non la cambia quasi mai: solo il trequartista dietro Icardi, a volte Joao Mario, altre Brozovic, ora senza il croato infortunato il nostro vecchio Borja Valero, che altrimenti gioca in linea con Vecino, altro ex.
Pioli ha la stessa filosofia del tecnico di Certaldo. All’inizio di un progetto la squadra deve I due toscani Maurizio Sarri e Luciano Spalletti allenano rispettivamente Napoli e Inter preoccuparsi di trovare la sua identità. Serve sincronia tra i reparti, sicurezza nelle giocate, equilibrio nello stare in campo per non disunirsi, perdersi, squagliarsi. Così anche a Crotone, per cercare di chiudere una settimana fantastica e allungare la striscia di vittorie, l’allenatore della Fiorentina va avanti con gli stessi. L’unico cambio, Eysseric per Thereau, è dettato da un infortunio. Pioli ha bisogno di certezze anche se sa che la terza partita in otto giorni è la più insidiosa perché la fatica contribuisce ad abbassare il ritmo, allentare il pressing, soprattutto fa calare l’attenzione, portando una squadra a commettere più errori del solito. Per tutte queste ragioni Crotone è un incrocio più infido di quanto non dica la classifica dei calabresi. A settembre, con l’Atalanta, la Fiorentina ha sofferto parecchio la terza partita consecutiva. Il gol dell’1-1 di Freuler, a quindici secondi dalla fine del recupero, nasce perché il centrocampista bergamasco ha una prateria davanti a sé e può affondare sino all’area di rigore viola e tirare comodamente, sorprendendo Sportiello. Veretout, stremato, lo aveva lasciato andare. E tutto il centrocampo viola aveva perso equilibrio e simmetria.
A Crotone ci riproviamo. Una specie di rischio calcolato. Pioli si riserverà qualche cambio nei momenti strategici, magari nell’ultima mezz’ora. La Fiorentina, con tre vittorie consecutive, ha preso fiducia. L’ultima con il Torino, quasi uno scontro diretto con vista sull’Europa (League), dovrebbe aver fatto salire alle stelle l’autostima. Ma in Calabria ci sarà da soffrire. E la giovane banda viola non dovrà mollare la presa. Chievo insegna. Corvino, dirigente più che navigato, ha già segnalato le difficoltà di questa lunga trasferta. E Pioli, ne siamo certi, avrà fatto altrettanto. Servirà una Viola dinamica e elastica, presente a se stessa per sfruttare il suo maggior talento. I cambi ci sono: Babacar ha segnato due volte su due entrando dalla panchina, Gil Dias è pronto per governare le ripartenze o aprire la difesa avversaria. Vitor Hugo è buono per puntellare la difesa. La Fiorentina cresce, quanto in fretta lo capiremo anche oggi. Crotone è una trappola, lo sono tutte le partite in serie A, ma stavolta lo è di più. calottina della Rari, hanno militato nello Sport Management. Tra i veneti (che possono vantare i nazionali Gallo, Fondelli, Figlioli e Mirarchi) gioca Federico Panerai, cresciuto nelle giovanili della Rari Nantes Florentia, figlio di Umberto Panerai, storico portiere biancorosso. «Ci tenevamo a far bene perché era il ritorno nella massima serie e volevamo lanciare un messaggio: a Bellariva sarà sempre dura per le avversarie. — commenta Roberto Tofani — Non ci siamo riusciti al 100% ma ho visto una squadra in crescita». Debutto in casa anche per le Rari girls che tornavano in A1 dopo ben 6 anni. Anche le ragazze di Andrea Sellaroli hanno pagato lo scotto della matricola perdendo di misura e in modo sfortunato (7-8) contro il Nuoto Club Milano.