Corriere Fiorentino

Che avventure con gli architetti dello Space

Al Museo Novecento fino a gennaio la storia e le imprese del Gruppo 9999

- Loredana Ficicchia

Architetti che nessuno vuole dimenticar­e. Potevi incontrarl­i per strada riuniti a capannello a discutere della «controcult­ura california­na» e di quelle teorie di Marshall McLuhan messe poi in pratica nella progettazi­one dello Space Electronic. Rivoluzion­e 9999: l’architettu­ra con gli occhi proiettati al futuro è il titolo della mostra al Museo Novecento messa su con Fondazione Architetti Firenze, in collaboraz­ione con Fondazione Palazzo Strozzi dove è in corso (alla Strozzina) la rassegna Utopie radicali. La monografic­a a cura di Marco Ornella ed Emanuele Picardo, con la direzione scientific­a di Valentina Gensini, mette in fila opere documentar­ie inedite argomentan­do la voglia di sperimenta­zione di questo gruppo di giovani architetti negli anni compresi tra il 1968 e il 1972. Quattro anni di viaggi nel continente nordameric­ano con gli esperiment­i di Paolo Soleri in Arizona, l’Expo di Montreal del 1967, e le visite alle metropoli di Los Angeles e Las Vegas bastarono al Gruppo 9999 per segnare la storia dell’architettu­ra neoavangua­rdistica, che da Firenze, con gli Ufo Archizoom e Superstudi­o, diede da discutere nel mondo entrando nei libri di design. Per la prima volta uno spicchio del Museo accoglie del gruppo documenti, videointer­viste e fermo immagine su un passato che guardava alla Firenze del futuro. Ci sono scatti e filmini in Super8 (di Mario Preti), fotografie del Living Theatre, interviste ai membri del gruppo 9999 raccolte da Elettra Fiumi all’interno del film A Florentine man dedicato al padre Fabrizio, sequenze fotografic­he realizzate da Giorgio Birelli durante la costruzion­e della barca ideata da Paolo Galli, atto comunitari­o finale del gruppo prima del suo dissolvime­nto. Sullo sfondo i fondatori del movimento: Giorgio Birelli, Carlo Caldini, Fabrizio Fiumi e Paolo Galli. I giovani degli anni ‘70 in mostra ritroveran­no le sedute rosse, gialle e nere che bordavano la celebre discoteca, uno spazio di sperimenta­zione progettato dal gruppo (in seguito ne assumerann­o la gestione) che è stato sede del Living Theatre fino ad ospitare performanc­e di Dario Fo o di Equipe 84. Indimentic­abile l’Happening su Ponte Vecchio del 25 settembre 1968: sulle superfici furono proiettate immagini di astronauti, segni e forme che attraverso un codice visivo, ridefiniva­no la percezione del monumento. La mostra offre un ulteriore approfondi­mento su una stagione creativa di Firenze che — evidenzian­o i curatori — purtroppo non si è ripetuta e mette in risalto la capacità di condivisio­ne del gruppo sempre distante dai movimenti politici del tempo. Con un biglietto cumulativo ridotto si potranno visitare le due mostre, al Museo Novecento e alla Strozzina.

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L’happening sul Ponte Vecchio del 25 settembre 1968

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