Corriere Fiorentino

Web, cinema e scrittura nelle migrazioni di Zucchetti

- Anna Amoroso

Studi che sono come polaroid o post su Instagram. Immediati. E che andranno a integrare una startup in fase di progettazi­one, una bottega digitale ispirata alla Factory di Andy Warhol e al Chelsea Hotel di New York. È un viaggio di 30 minuti nel fenomeno delle migrazioni, da Omero a Jovanotti #studiouno Il provino in programma stasera (ore 22.30) alla Limonaia di Sesto Fiorentino nell’ambito di Intercity. Apre Migrazioni Projet, il lavoro del regista Edoardo Zucchetti che si svilupperà dal 2018 al 2050: un laboratori­o analogico e digitale che unirà teatro, cinema, fotografia, musica, scrittura e web. «È un progetto che parte da Firenze, ma che si espanderà a livello nazionale e internazio­nale – racconta Zucchetti che ha lavorato come assistente di Zeffirelli, Jonathan Miller e Terry Gilliam – Lo spettacolo, con Filippo Lai e Alessio Martinoli, parla di un ragazzo con il sogno di entrare nella scuola Luca Ronconi del Teatro Piccolo di Milano. Ha la speranza di poter migrare da Firenze a Milano e con poesie, canzoni e storie realmente accadute si mette in gioco davanti a una commission­e come il migliaio di coetanei, aspiranti attori, che lo hanno preceduto». Seguiranno #studiodue Abracadabr­a e #studiotre Vocabolari­o. La startup, ancora in fase di progettazi­one, è prevista per il 2018 e si espanderà a livello La locandina (foto: Borrelli) internazio­nale tra il 2020-2025, per poi continuare ancora. «Da quando lavoravo nei teatri di Londra mi sono confrontat­o con il fenomeno della migrazione — aggiunge il regista fiorentino — Ho scelto un arco temporale così ampio perché la mia generazion­e si rapporterà tutta la vita con questi aspetti. Credo che i progetti artistici abbiano bisogno di tempi lunghi per essere studiati e interpreta­ti, altrimenti non sarebbe nata quest’idea che metterà in gioco tutte le arti».

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