Primo tempo spettacolare, con doppia rimonta firmata da Veretout e Simeone. Poi vengono fuori la qualità dei giallorossi e la leggerezza di Astori & C. Pioli: «Arrabbiato per il calo della ripresa»
Poker giallorosso Sesta sconfitta in dodici partite, la Fiorentina perde con la Roma e si arena in classifica I viola lottano, pareggiano due volte, ma commettono troppi errori di superficialità. Serve crescere in fretta
Finisce che diluvia a più non posso su un Franchi già cupo e depresso di suo. Con i tifosi (pochi, solo 25 mila) che scappano via, spegnendo almeno i possibili cori di contestazione con cui invece era iniziata la partita. Meglio così, meglio non aggiungere altra amarezza a una domenica già di per sé durissima da digerire. Perché è innegabile che la Fiorentina in campo ci sia stata. Che abbia a tratti giocato anche bene, che abbia saputo reagire e trovare il pareggio due volte contro la miglior difesa del campionato (i giallorossi arrivavano da 4 partite consecutive senza subire reti, 7 in totale in questo inizio campionato) e poi spaventato la Roma di Di Francesco quando, nel finale di primo tempo, si è dovuta aggrappare ad Allison (e al palo) per evitare di rientrare negli spogliatoi clamorosamente in svantaggio.
Chissà, magari sarebbe stata un’altra partita. Invece il risultato alla fine punisce la squadra di Pioli e lascia dietro sé una sensazione di insostenibile leggerezza, il vero problema probabilmente di questa Fiorentina. Insostenibile, sì, perché Badelj e compagni non sono nelle condizioni di concedere agli avversari errori come quello del croato in occasione del primo gol di Gerson. Era accaduto lo stesso a Crotone, solo una settimana fa, quando ad addormentarsi sul pallone era stato l’altro leader dello spogliatoio, capitan Astori.
Errori. Troppi. Che si pagano soprattutto quando davanti c’è una squadra che sembra costruita per giocare in trasferta come conferma il record di sempre stabilito proprio ieri al Franchi: 12 vittorie consecutive fuori casa. Anche il secondo gol, è la dimostrazione di come la Fiorentina non conosca equilibrio, mezze misure, riuscendo a passare, nella stessa azione, da Simeone che lanciato a rete incespica sulla palla a Gerson che, servito da El Shaarawy, riporta in vantaggio i giallorossi.
Rimpianti insomma. I viola ci hanno provato davvero a cambiare marcia, a dare una svolta a un campionato fin qui senza continuità giocando a viso aperto nel tentativo di riagganciare il treno della seconda fascia di una classifica che, invece, resta anonima con 16 punti in 12 gare (un terzo del campionato) a una media di soli 1,3 a partita. Il passo è lento e rischia di cristallizzare il divario che ora separa i viola dalla zona Europa, rendendolo difficile da colmare. Anche perché la Fiorentina non sembra ancora squadra fino in fondo. E se tatticamente la mano di Pioli si fa vedere, è nel confronto fisico che i viola soffrono terribilmente, tra contrasti persi e gol subiti su calci piazzati. Difficile così riuscire a contenere sempre gli avversari e dare continuità alla propria manovra finendo per concedere sempre qualcosa di troppo.
A rendere tutto più complicato per Pioli, c’è poi la panchina. Anche ieri le sostituzioni non hanno inciso. Il cambio obbligato di Badelj per infortunio con Sanchez non ha certo regalato qualità e brillantezza e lo stesso si può dire di quello di Babacar per Chiesa. Ma è la terza sostituzione (Esseryc per Gil Dias) a dare la misura di come per l’allenatore della Fiorentina sia difficile pensare di cambiare l’inerzia di una partita scegliendo tra chi è a sedere dietro di lui. Dall’altra parte Di Francesco ha invece potuto schierare la cavalleria, buttando nella mischia Perotti, Strootman e Defrel, giocatori che nella squadra viola sarebbero titolari inamovibili. Il divario tecnico, però, lo si conosceva anche prima. E il Simeone abbracciato da Badelj dopo il momentaneo 2-2. L’argentino è arrivato a quota quattro in campionato. A sinistra il portiere viola Marco Sportiello fatto che la Fiorentina alla fine sia riuscita a giocare alla pari resta il dato più positivo da portarsi dietro durante la sosta per le nazionali. Solo che, mentre la classifica inizia ad allungarsi, i viola rischiano di essersi giocati una buona parte dei jolly a disposizione. Cinque vittorie, 1 pareggio e 6 sconfitte: il numero dei ko da solo vale la metà delle partite giocate (12). Il tempo degli alibi e della pazienza, è scaduto. La Fiorentina è chiamata a crescere in fretta. Il rischio, ora, è quello di perdersi.
Svolta possibile? Dalla panchina non arrivano cambi di passo. Il rischio ora è quello di perdersi