Corriere Fiorentino

Primo tempo spettacola­re, con doppia rimonta firmata da Veretout e Simeone. Poi vengono fuori la qualità dei gialloross­i e la leggerezza di Astori & C. Pioli: «Arrabbiato per il calo della ripresa»

Poker gialloross­o Sesta sconfitta in dodici partite, la Fiorentina perde con la Roma e si arena in classifica I viola lottano, pareggiano due volte, ma commettono troppi errori di superficia­lità. Serve crescere in fretta

- di Ernesto Poesio Loreto, Rossi, Zoccolini

Finisce che diluvia a più non posso su un Franchi già cupo e depresso di suo. Con i tifosi (pochi, solo 25 mila) che scappano via, spegnendo almeno i possibili cori di contestazi­one con cui invece era iniziata la partita. Meglio così, meglio non aggiungere altra amarezza a una domenica già di per sé durissima da digerire. Perché è innegabile che la Fiorentina in campo ci sia stata. Che abbia a tratti giocato anche bene, che abbia saputo reagire e trovare il pareggio due volte contro la miglior difesa del campionato (i gialloross­i arrivavano da 4 partite consecutiv­e senza subire reti, 7 in totale in questo inizio campionato) e poi spaventato la Roma di Di Francesco quando, nel finale di primo tempo, si è dovuta aggrappare ad Allison (e al palo) per evitare di rientrare negli spogliatoi clamorosam­ente in svantaggio.

Chissà, magari sarebbe stata un’altra partita. Invece il risultato alla fine punisce la squadra di Pioli e lascia dietro sé una sensazione di insostenib­ile leggerezza, il vero problema probabilme­nte di questa Fiorentina. Insostenib­ile, sì, perché Badelj e compagni non sono nelle condizioni di concedere agli avversari errori come quello del croato in occasione del primo gol di Gerson. Era accaduto lo stesso a Crotone, solo una settimana fa, quando ad addormenta­rsi sul pallone era stato l’altro leader dello spogliatoi­o, capitan Astori.

Errori. Troppi. Che si pagano soprattutt­o quando davanti c’è una squadra che sembra costruita per giocare in trasferta come conferma il record di sempre stabilito proprio ieri al Franchi: 12 vittorie consecutiv­e fuori casa. Anche il secondo gol, è la dimostrazi­one di come la Fiorentina non conosca equilibrio, mezze misure, riuscendo a passare, nella stessa azione, da Simeone che lanciato a rete incespica sulla palla a Gerson che, servito da El Shaarawy, riporta in vantaggio i gialloross­i.

Rimpianti insomma. I viola ci hanno provato davvero a cambiare marcia, a dare una svolta a un campionato fin qui senza continuità giocando a viso aperto nel tentativo di riaggancia­re il treno della seconda fascia di una classifica che, invece, resta anonima con 16 punti in 12 gare (un terzo del campionato) a una media di soli 1,3 a partita. Il passo è lento e rischia di cristalliz­zare il divario che ora separa i viola dalla zona Europa, rendendolo difficile da colmare. Anche perché la Fiorentina non sembra ancora squadra fino in fondo. E se tatticamen­te la mano di Pioli si fa vedere, è nel confronto fisico che i viola soffrono terribilme­nte, tra contrasti persi e gol subiti su calci piazzati. Difficile così riuscire a contenere sempre gli avversari e dare continuità alla propria manovra finendo per concedere sempre qualcosa di troppo.

A rendere tutto più complicato per Pioli, c’è poi la panchina. Anche ieri le sostituzio­ni non hanno inciso. Il cambio obbligato di Badelj per infortunio con Sanchez non ha certo regalato qualità e brillantez­za e lo stesso si può dire di quello di Babacar per Chiesa. Ma è la terza sostituzio­ne (Esseryc per Gil Dias) a dare la misura di come per l’allenatore della Fiorentina sia difficile pensare di cambiare l’inerzia di una partita scegliendo tra chi è a sedere dietro di lui. Dall’altra parte Di Francesco ha invece potuto schierare la cavalleria, buttando nella mischia Perotti, Strootman e Defrel, giocatori che nella squadra viola sarebbero titolari inamovibil­i. Il divario tecnico, però, lo si conosceva anche prima. E il Simeone abbracciat­o da Badelj dopo il momentaneo 2-2. L’argentino è arrivato a quota quattro in campionato. A sinistra il portiere viola Marco Sportiello fatto che la Fiorentina alla fine sia riuscita a giocare alla pari resta il dato più positivo da portarsi dietro durante la sosta per le nazionali. Solo che, mentre la classifica inizia ad allungarsi, i viola rischiano di essersi giocati una buona parte dei jolly a disposizio­ne. Cinque vittorie, 1 pareggio e 6 sconfitte: il numero dei ko da solo vale la metà delle partite giocate (12). Il tempo degli alibi e della pazienza, è scaduto. La Fiorentina è chiamata a crescere in fretta. Il rischio, ora, è quello di perdersi.

Svolta possibile? Dalla panchina non arrivano cambi di passo. Il rischio ora è quello di perdersi

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