Il distretto della pelle cerca duemila artigiani Dove sono i giovani?
Tutti d’accordo, da sinistra a destra passando per il Movimento Cinque Stelle, per una volta. Quella della (possibile) nascita del Distretto Agroalimentare della Toscana del sud è «una grande opportunità». Il varo della candidatura del Distretto avverrà oggi a Grosseto, con il governatore Enrico Rossi e l’assessore all’agricoltura Marco Remaschi e sempre oggi presso la Camera di Commercio grossetana si costituirà il Comitato promotore del Distretto Agroalimentare della Toscana del sud, sottoscritto dalle Camere di Commercio della Maremma e del Tirreno, ed i Comuni e le Associazioni di categoria di Livorno (guidato da Filippo Nogarin, di M5s), Grosseto (centrodestra, AntonFrances co Vivaralli Colonna), Siena ed Arezzo (centrodestra, Alessandro Ghinelli). Obiettivo, l’attivazione dei contratti di filiera e di distretto, i cui i progetti andranno inviati a partire dal 27 novembre, che possono contare su una dotazione complessiva di 80 milioni di euro di fondi dell’Unione Europea. La novità sta non solo nei fondi, ma nel concetto di distretto che unisce più produzioni e più aree, per superare il nanismo di molte imprese, la difficoltà di essere sui mercati internazionali, e con anche l’ambizione di unire agricoltura e industria ma anche produzioni e turismo. La Regione, nel frattempo, ha pubblicato l’avviso per la manifestazione di interesse per la sottoscrizione di contratto di distretto, riservato alle imprese della trasformazione e della commercializzazione del settore agroalimentare e agroindustriale della Toscana del Sud. Le imprese devono far parte nell’ambito delle filiere zootecnica, cerealicola, ortofrutticola e florovivaistica, olivicola, lattiero casearia e dell’acquacoltura ed essere disposte ad investire.