Corriere Fiorentino

Mps, i primi passi della risalita

Da gennaio raccolti 11 miliardi di depositi. Morelli: era l’obiettivo al 2019, siamo solidi

- Mauro Bonciani

Sta tornando la fiducia del clienti in Banca Monte dei Paschi. Nei primi nove mesi dell’anno sono tornati nei conti correnti e depositi vincolati di Mps 11 miliardi di euro.

La fiducia, e i soldi, stanno tornando. Molto più rapidament­e del previsto. È questa la notizia più importante e forse inattesa dei dati della terza trimestral­e 2017 di Banca Mps, chiusa in attivo. E con molti obiettivi raggiunti in anticipo rispetto agli impegni presi con l’Europa per il piano di ristruttur­azione che terminerà nel 2021 e che ha permesso l’ingresso dello Stato nel capitale di Rocca Salimbeni. Un dato inatteso, anche per le proporzion­i. Nonostante il lungo periodo di incertezza per la contrattaz­ione con le autorità europee di vigilanza ed il processo in corso per arrivare al nuovo assetto, infatti, Mps ha recuperato 11 miliardi di euro in nove mesi tra conti correnti e depositi vincolati, con un’impennata del 21 per cento nella raccolta diretta.

In coincidenz­a con la trimestral­e, tutto il consiglio di amministra­zione della banca si è dimesso, così da permettere lo svolgiment­o dell’assemblea straordina­ria che varerà il nuovo Cda, espression­e del nuovo assetto con lo Stato che potrà arrivare al 68% del capitale, a fronte del 52% di oggi: l’assemblea si terrà il 18 dicembre e segnerà l’ultimo atto di questa transizion­e, anche se lo Stato dovrà uscire da Rocca Salimbeni entro il 2021.

È stato il ceo di Banca Mps, Marco Morelli, candidato a rimanere tale anche nel futuro management, a sottolinea­re l’accelerazi­one sul ritorno alla normalità, ma anche sulla cura dimagrante (da gennaio sono state chiuse 287 filiali, altre 115 lo saranno entro dicembre e sono usciti dalla banca 1.800 addetti) e sul recupero della fiducia. «Sul recupero della raccolta abbiamo già raggiunto l’obiettivo fissato al 2019, cioè il ritorno di 11 miliardi di euro. Stiamo assistendo a un consolidam­ento dei flussi in entrata per quel che riguarda i depositi allo sportello — ha affermato — La crescita di depositi vincolati e conti correnti da clientela è stata di 1,6 miliardi di euro rispetto a giugno e sono in aumento anche patrimonio e risparmio gestito. Siamo in anticipo anche sulla riduzione di filiali, entro il 2018 saranno chiuse tutte le 600 previste nel piano 2017-2021, e sul capitolo dei crediti deteriorat­i e possibili inadempien­ze».

Il manager della banca presieduta da Alessandro Falciai ha quindi sottolinea­to: «Nonostante gli otto mesi, troppi, di negoziati con l’Europa e le tante richieste delle autorità di vigilanza, abbiamo dimostrato che la banca e la rete hanno armi e competenze per raggiunger­e gli obiettivi e per un recupero a partire dal 2018, che vedo sotto buoni auspici. I risultati confermano che siamo solidi e recuperere­mo una solida posizione anche commercial­e nel sistema italiano».

Il maxi esodo di personale di questi mesi sarà replicato solo nel 2020, per «sfruttare» la nuova finestra pensionist­ica, con 4.800 uscite totali a fine 2021, mentre — oltre a quelle del 2017 — la banca vuole chiudere le rimanenti 161 agenzie entro la seconda metà del 2018. Un taglio però che non sarà indolore dato che la banca stima un tasso di «perdita della clientela» legato alla chiusura delle filiali pari al 5% del totale, clienti che magari andranno recuperati con la banca on line.

Le dimissioni del Cda sono state decise «a seguito del completame­nto della procedura di ricapitali­zzazione precauzion­ale che ha portato una significat­iva discontinu­ità negli assetti proprietar­i», con il Tesoro che ha iniettato 5,4 miliardi nel capitale del Monte, mentre i precedenti azionisti (tra cui non c’è la Fondazione Mps che ha appena lo 0,01% di titoli) si vedranno diluiti ad un totale inferiore al 2%.

I numeri della terza trimestral­e fotografan­o, infine, un utile di 242 milioni nel trimestre (-3 miliardi nei nove mesi dell’anno) nonostante i costi per la riduzione del personale grazie all’impatto positivo del burden sharing (554 milioni). Ad oggi il 32% di chi ne aveva diritto ha convertito le obbligazio­ni subordinat­e in nuove azioni di Mps (cambio che scade il 20 novembre), mentre è in crescita la liquidità della banca. Morelli ha indicato come obiettivo di fine anno la riduzione dei crediti incagliati a 1,5 miliardi dopo che nei nove mesi si è già registrata una riduzione di 1,1 miliardi, mentre la maxi cartolariz­zazione da 26 miliardi di sofferenze sta seguendo i tempi previsti e si chiuderà ad anno nuovo.

Dopo l’assemblea di dicembre, dunque, Rocca Salimbeni avrà un nuovo statuto (è stata modificata metà degli articoli) e un nuovo e più snello Cda che rispecchie­rà il nuovo assetto societario: oltre allo Stato e a Generali, che sarà azionista al 4,3%, potrebbe esserci un rappresent­ante dei piccoli azionisti e dei fondi.

 L’ad Morelli La stesura del piano di ristruttur­azione è stata lunga e molte le richieste delle authority, ma abbiamo dimostrato che il gruppo è solido e dispone delle armi e necessarie competenze

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