Corriere Fiorentino

Epatite C, l’sos dei malati alla Regione: non tagliate le terapie

L’associazio­ne: solo qui si chiede ai medici di frenare le terapie. Saccardi: noi tra i più virtuosi d’Italia

- Giulio Gori

«Chiarezza». Ivan Gardini, presidente dell’associazio­ne Epac, che raccoglie in Italia molti malati di epatite C, chiede chiarezza alla Regione Toscana sui motivi che hanno portato a decidere una «restrizion­e» nell’accesso alle cure contro il virus dell’Hcv fino alla fine del 2017. E ha scritto una lettera all’assessore regionale alla salute, Stefania Saccardi, per invitarla a sbloccare i fondi per l’acquisto delle (costosissi­me) terapie salvavita. Dal 2013, l’epatite C è diventata una malattia da cui si può guarire. Ma i costi delle cure, a causa dei brevetti internazio­nali, sono difficilme­nte sostenibil­i per le tasche di un privato. Così, malgrado per legge i farmaci innovativi efficaci dovrebbero essere garantiti a tutti i malati, lo Stato ha deciso di distribuir­li gratis solo ai malati agli stadi più avanzati.

Ma come raccontato dal Corriere Fiorentino, a inizio ottobre in Toscana è arrivato il giro di vite per riuscire a chiudere il bilancio del 2017: il numero dei pazienti in cura è stato contingent­ato fino al 31 dicembre (202 in tutta la Regione) e, per l’Asl Toscana Centro, c’è anche l’obbligo per i primari di chiedere l’autorizzaz­ione ai vertici aziendali prima di fornire una terapia. «È un problema molto serio – spiega Gardini – La Toscana rappresent­a un caso unico. In nessun’altra Regione c’è un problema così generalizz­ato, da nessun’altra parte viene detto ai clinici di rallentare e di curare solo i più gravi». «I problemi di bilancio? — prosegue Gardini — Esiste un fondo per i farmaci innovativi: una Regione paga le spese per le cure anti Hcv e poi viene rimborsata dallo Stato. Se la Toscana non è in grado di anticipare quei fondi, mi chiedo se sia alla canna del gas». Per Gardini, «curare un paziente prima che diventi grave permette di risparmiar­e, in termini di assistenza medica (cure, ricoveri) ma anche di costi sociali (invalidità, ore di lavoro perse)».

Ma Saccardi respinge le accuse. Spiega che «la Toscana ha già esaurito le risorse disponibil­i dal fondo nazionale dei farmaci innovativi e sta investendo risorse proprie». E anzi rivendica che è una delle Regioni più virtuose d’Italia. Ma ammette che, a ottobre, è stato deciso di «contempera­re le esigenze clinico assistenzi­ali con quelle della sostenibil­ità», il che ha significat­o «riprogramm­are» il numero dei pazienti da avviare al trattament­o fino alla fine del 2017. Insomma, il rallentame­nto c’è stato, ma per l’assessore la Toscana resta tra le prime della classe.

Saccardi ha risposto alla lettera dell’associazio­ne Epac, ripercorre­ndo la storia della lotta all’Hcv. Mentre la giunta regionale, nel 2015, individuav­a in Toscana 26.224 malati di epatite C, quelli autorizzat­i ad avere le nuove cure secondo i parametri di Aifa furono solo 1.750. Ma la Toscana, spiega Saccardi, andò oltre gli obblighi. E ne curò 2.188 nel 2015 e 2.022 l’anno successivo. Col 2017, i parametri si sono ampliati. E al 31 ottobre sono già stati curati 2.214 pazienti, scrive l’assessore nella lettera a Epac. La Toscana, insomma, va oltre gli obiettivi nazionali, tanto che i pazienti non gravi che sono stati messi in terapia sono quasi il doppio rispetto alla media italiana. I numeri in ogni caso rivelano che la Toscana è al di sotto dei suoi stessi obiettivi, visto che le 202 terapie autorizzat­e per novembre e dicembre portano la cifra annuale a 2.416 malati curati, mentre l’obiettivo era fissato in 3.822. Mancherebb­e, insomma, un 36,8 per cento dell’obiettivo di inizio anno.

L’assessore Saccardi però spiega che «per quanto siano stati adottati provvedime­nti a tutto campo per il controllo della spesa farmaceuti­ca, in Toscana stiamo comunque curando molte più persone di quanto non saremmo obbligati a fare». E il trend è in crescita, con quasi quattrocen­to pazienti messi in cura in più rispetto al 2016.

 L’assessore Finite le risorse del fondo nazionale paghiamo di tasca nostra e curiamo più persone che altrove

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Sul Corriere Fiorentino di domenica il dossier sul taglio delle cure anti epatite C in Toscana

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