Corriere Fiorentino

La Toscana a Roma: «La legge sul fine vita non è più rinviabile»

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Il Consiglio regionale della Toscana raccoglie l’appello di Michele Gesualdi e invita al Parlamento di approvare al più presto una legge sul testamento biologico. Gesualdi, ex presidente della Provincia di Firenze e allievo di don Lorenzo Milani, da tre anni è malato di Sla e, come raccontato dal Corriere Fiorentino, ha scritto una lettera accorata ai presidenti di Camera e Senato per chiedere una rapida approvazio­ne di una legge sul fine vita: non il diritto all’eutanasia, ma la possibilit­à di dire no all’accaniment­o terapeutic­o e di poter accedere alle cure palliative. Il Consiglio regionale ha approvato una mozione firmata da Pd, Mdp, M5S e Sì Toscana a sinistra, per chiedere al Senato di convertire in legge il progetto già approvato alla Camera e per sollecitar­e i Comuni a istituire i registri per le dichiarazi­oni anticipate di volontà. «Si tratta di un provvedime­nto urgente, per riconoscer­e il diritto di chi chiede solo di essere libero di scegliere», ha spiegato la prima firmataria della mozione, la consiglier­a Pd Alessandra Nardini, che ha richiamato «la drammatica, ma bellissima lettera di Michele Gesualdi». «Questo non è un argomento su cui non si può ingaggiare una battaglia parlamenta­re come si fosse allo stadio, contando vincitori e vinti — ha aggiunto — All’epoca del caso Eluana, si disse che era urgentissi­ma una legge su questa materia, ma sono passati anni, e solo adesso, finalmente, sembriamo vicini. In questa legislatur­a si deve giungere a colmare un vuoto legislativ­o non più tollerabil­e». Nei giorni scorsi, i presidenti di Camera e Senato, Laura Boldrini e Piero Grasso, si sono espressi a favore dell’approvazio­ne della legge sul fine vita, riconoscen­do alla lettera di Gesualdi il merito di aver smosso le coscienze. Ma il progetto di legge non potrà essere preso in esame dal Senato prima di dicembre, una volta finita la discussion­e sulla legge di Bilancio. Poi, sempre che i capigruppo calendariz­zino il ddl, in caso di emendament­i dovrà comunque tornare alla Camera. E la legislatur­a finisce a febbraio. (G.G.)

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