Il centrocampista è tra i migliori acquisti dell’estate «Il singolo non conta, quel che importa è la squadra La classifica non va, dobbiamo essere più convinti delle nostre potenzialità. Stiamo uniti e vinciamo»
Parla Veretout: «Io tra i migliori? Conta la squadra, restiamo uniti»
La carica del francese Il centrocampista con la sua grinta ha già conquistato il mister e i tifosi «Ho scelto l’Italia e la maglia viola. Com’è difficile questo campionato e quanti video da studiare...»
Perfino in Francia si sono incuriositi. Tanto da inviare una troupe a Firenze per raccontare la colonia transalpina che, nel giro di un’estate, ha messo le tende nello spogliatoio viola. Valentin Eysseric, Cyril Thereau, Vincent Laurini e soprattutto Jordan Veretout, il centrocampista che è già diventato un punto fermo della Fiorentina di Pioli. Quattro francesi, anzi tre più uno, proprio come i moschettieri di Dumas chiamati a dare tutto per cercare di uscire da un inizio di campionato così difficile da decifrare. Di sicuro Veretout, non ha intenzione di abbassare la guardia, lui che è nato non troppo lontano dalla Guascogna e che degli impavidi spadaccini ha pure la mentalità.
«Serrer les coudes», «serriamo i ranghi», esorta Jordan che se non avesse fatto il calciatore si sarebbe distinto anche nell’altro sport nazionale, il rugby, almeno per tenacia e spirito di gruppo. Fuori dal campo parla ancora solo francese, ma dell’Italia e del suo calcio ha già capito molto tanto da risultare tra i migliori di questo, complicato, inizio di stagione.
Difficile avere un impatto migliore di così. Non le pare?
«I primi mesi sono andati molto bene, ho cercato di adattarmi il più rapidamente possibile. Qui è molto diverso dalla Francia e dall’Inghilterra. L’allenatore e lo staff mi stanno aiutando molto. Gioco spesso, ma devo continuare a lavorare duro perché in Italia è più difficile giocare. C’è molta tattica e anche fisicamente bisogna saper rispondere presente. Mi ha stupito il fatto che si lavori così tanto con i video, non ero abituato. È molto utile per migliorare».
Lei è uno dei quattro francesi arrivati questa estate. Ma c’è chi come Eysseric sta avendo molte più difficoltà di lei. Come mai?
«Questa squadra è cambiata molto in estate. Ci sono molti stranieri e dobbiamo adattarci il prima possibile. Però stiamo iniziando a prendere forma. Conosco bene Valentin, io e lui abbiamo due ruoli molto diversi, ma sa bene quel è il suo compito. Ha avuto la sfortuna di farsi subito male e tornare al massimo in un campionato come questo è sempre difficile. Fidatevi, è un gran bel giocatore, uno dei migliori calciatori francesi. Lo scorso anno ha fatto una stagione fantastica col Nizza. Quando sarà al massimo ci darà un grande contributo».
E lei si aspettava di iniziare così forte?
«Ho avuto la fortuna di arrivare presto e di poter fare il ritiro. Ho avuto un mese per dimostrare all’allenatore che ero in grado di fare ciò che mi chiedeva. Così è cresciuta anche la fiducia nei miei confronti, e sono convinto che a 24 anni con questo allenatore possa crescere tantissimo».
Corvino però le deve almeno una cena visto che il suo acquisto è stato tra i più azzeccati...
«(ride, ndr) Ma no. la force de l’équipe est la squadra (lo dice in italiano, ndr). Se guardiamo solo ai singoli non arriviamo da nessuna parte. Dobbiamo fare gruppo, solo così possiamo fare delle buone cose in questa stagione».
Eppure stava per firmare col Saint Etienne... Come è andata quest’estate?
«Col Saint Etienne ho fatto una buona stagione e esordito in Europa League. Volevo però giocare all’estero e le mie preferenze erano il campionato italiano o spagnolo. Il Saint Etienne mi voleva assolutamente e avevo praticamente detto di sì, all’inizio ci stavo riflettendo e avevo quasi deciso di accettare, ma quando la cosa è uscita sulla stampa tanti club mi hanno cercato. E quando ho visto che tra questi c’era la Fiorentina ho capito che per me era la migliore soluzione. Questo è un club qui me parle (letteralmente «che mi parla», ndr), è un club storico, una grande squadra del campionato italiano».
Con questo allenatore sento che posso crescere tantissimo. A volte abbiamo la testa un po’ per aria e qualche calo di concentrazione. Ma lui sa cosa dire
Come mai invece non ha voluto tornare in Inghilterra?
«L’Aston Villa che aveva il mio cartellino era retrocesso, e la serie B inglese non mi pareva un campionato adatto a me. Al momento credo mi si adatti di più il calcio italiano. E poi qui a Firenze sto benissimo...».
Di sicuro c’è un po’ più di sole...
«(ride, ndr) Per un anno intero non l’ho visto. E quando non lo vedi mai...».
Parliamo della squadra. Tifosi e critica hanno dato tempo ai giocatori e all’allenatore. Con le tre vittorie consecutive sembrava la squadra fosse maturata. E poi?
«In realtà credo che siamo a un buon punto nella crescita. Abbiamo giocatori d’esperienza importanti, che ci aiutano e cercano di trascinare tutti. Abbiamo fatto una buona serie di vittorie, ma a Crotone è andato tutto storto. Abbiamo provato a reagire ma non è stato sufficiente. Contro la Roma invece volevamo fare una buona partita e dimostrare ai tifosi che quello con il Crotone era stato un incidente di percorso. Dal punto di vista del gioco abbiamo mostrato una bella immagine della Fiorentina, avremmo potuto ottenere qualcosa in più, ma non siamo stati abbastanza attenti per battere una grande squadra che ha giocatori top come Nainggolan che per me è uno dei migliori al mondo nel suo ruolo. Da giocatori così posso solo cercare di imparare il più possibile». Chi sono i trascinatori? «Li conosciamo: Astori, il nostro capitano, che cerca sempre di spronarci a crescere. Parla molto, soprattutto con i giovani e poi anche Badelj e Carlos Sanchez».
Sì però Astori e Badelj sono proprio quelli che nelle ultime due partite hanno fatto errori imperdonabili e di sufficienza. La Fiorentina sembra avere buone potenzialità ma appare un po’ leggera mentalmente. È così?
«Un po’ sì, ogni tanto manchiamo della giusta concentrazione, ma dagli errori si impara sempre. In fondo sono gli stessi giocatori che dall’inizio della stagione ci hanno fatto vincere diverse partite, e ci aiutano a migliorare il nostro gioco. Contro la Roma al 90’ per esempio ho perso io il pallone e abbiamo preso gol. Succede a tutti. Sta a noi lavorare per evitare questi errori».
Intanto la classifica al momento resta indefinita con la Fiorentina che sembra galleggiare. La vostra posizione attuale (nono posto, è corretta o mancano punti?
«Meriteremmo di essere più in alto. La Fiorentina fa un buon calcio. Ora è il momento di serrer les coudes, di lavorare ancora, di stare uniti, e andare a vincere a Ferrara. Quella sarà una partita molto importante per noi, dobbiamo riprendere slancio e puntare in alto. La classifica è ancora molto corta, non siamo lontani. Ma bisogna stare attenti a non far scappare chi in questo momento ci è davanti». Il prossimo mese allora sarà decisivo...
«Quando vedo che il Torino, che è un’ottima squadra e che abbiamo battuto nettamente 3-0, è davanti a noi, allora penso che dovremmo essere più coscienti delle nostre qualità. Per questo penso che sia il momento di fare una partita perfetta per battere la Spal».
Molto dipenderà anche dal sistema di gioco. Come ha vissuto il fatto che siate passati dal centrocampo a due a quello a tre?
«A me non importa molto, mi adatto a quello che vuole l’allenatore. Sono due modi di giocare un po’ diversi. Diciamo che a tre posso essere più offensivo». E la squadra come si trova meglio?
«Credo che l’allenatore abbia le sue buone ragioni anche in base all’avversario sia quando sceglie un sistema piuttosto che un altro». Già, Pioli. Che allenatore è?
«Rigoroso, vuole che tutto funzioni perfettamente. A volte abbiamo la tête en l’aire («la testa tra le nuvole», ndr) e lui ci rimette sulla giusta strada. È molto attento, ci vuole far crescere e ama il suo lavoro. Per me è un grande tecnico, e personalmente credo possa farmi crescere enormemente. Non gli piace perdere, è come a me, e quando succede si arrabbia molto, soprattutto quando non funzionano le cose che abbiamo provato in settimana».
nostro capitano, un trascinatore vero In campo parla tantissimo, soprattutto con i più giovani
è decisivo per il nostro gioco Il suo errore contro la Roma? Può capitare a tutti
è stato sfortunato a infortunarsi subito Conosco le sue qualità, è tra i migliori giocatori di Francia È stato bello giocare contro Nainggolan Lui è uno tra i migliori al mondo in quel ruolo Devo solo imparare