Corriere Fiorentino

Il farmaco della crescita

Nei primi sei mesi del 2017 la Toscana ha venduto all’estero farmaci per 800 milioni di euro, due volte il valore dello stesso periodo del 2016. Come? Potenziand­o gli stabilimen­ti

- Silvia Ognibene

Le grandi imprese farmaceuti­che toscane non si fermano: nel giro di un anno hanno raddoppiat­o l’export grazie agli investimen­ti, anche all’estero, e a una ricerca mirata

Risultati di crescita «straordina­ri» per il polo farmaceuti­co toscano che nei primi sei mesi del 2017, con oltre 800 milioni di euro, si è avvicinato al valore esportato in tutto il 2016 e ha raddoppiat­o il livello rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. I dati del boom sono contenuti nel monitor dei distretti realizzato dal Centro studi di Intesa Sanpaolo per Banca Cr Firenze: i mercati dove la crescita è stata più sostenuta sono Francia (+162 milioni), Spagna (+89 milioni) e Stati Uniti (+84 milioni). «A questo ottimo risultato — spiegano i ricercator­i di Intesa Sanpaolo — hanno contribuit­o sia la provincia di Firenze, che vede una crescita delle esportazio­ni di oltre 330 milioni, raggiungen­do 653 milioni di euro, punto di massimo degli ultimi 10 anni, che quella di Siena, dove le esportazio­ni passano da 23 a 130 milioni di euro nei primi 6 mesi dell’anno».

La crescita verso gli Stati Uniti va attribuita principalm­ente al gruppo Menarini che nel 2016 ha acquisito negli Usa l’azienda Cellsearch per potenziare la propria presenza su quel mercato e ampliare le competenze nel campo della diagnostic­a oncologica. A trainare la crescita senese è stata invece la ex Novartis, oggi Gsk Vaccines, con i vaccini contro la meningite che hanno avuto un significat­ivo impatto al rialzo sui conti della big pharma quotata alle borse di Londra e New York.

Nel 2017 il sito Gsk di Siena e Rosia ha distribuit­o nel mondo 26 milioni di dosi di vaccini contro le meningiti di tipo B, C e ACWY. Il vaccino contro la meningite B è destinato principalm­ente ai mercati europeo e statuniten­se, quello contro il tipo C in Brasile, quello contro il tipo ACWY negli Stati Uniti e in Argentina. Nei primi nove mesi dell’anno, il fatturato di Gsk Vaccines è stato di 3,9 miliardi, in crescita del 14%: le dosi prodotte a Siena hanno registrato un incremento del 41%, pari a circa 690 milioni di sterline, trainando al rialzo i risultati di tutto il gruppo.

Risultati brillanti dovuti agli importanti investimen­ti realizzati dalle aziende del polo farmaceuti­co regionale negli ultimi anni in termini di potenziame­nto dei siti produttivi, acquisizio­ni di aziende, accordi per ricerche mirate e apertura di nuove filiali in paesi non ancora serviti. Soltanto Gsk, nell’ultimo decennio, ha investito a Siena 1,4 miliardi in ricerca e sviluppo e 450 milioni in infrastrut­ture e impianti produttivi. Menarini, che nel 2016 ha fatturato 3,5 miliardi, nello stesso anno ha investito sul sito di Berlino, ha inaugurato nuove sedi in Perù e Colombia, realizzato il nuovo quartier generale a Istanbul in Turchia. Fra i risultati, l’assunzione di 250 persone.

Assunzioni in vista anche per l’altro grande attore della farmaceuti­ca in Toscana, Eli Lilly, che occupa nello stabilimen­to di Sesto Fiorentino 660 dipendenti, destinati a diventare 700 entro la fine dell’anno. Lilly ha investito a Sesto circa mezzo miliardo di euro in dieci anni e produce qui il 50% mondiale delle insuline Lilly, destinate all’esportazio­ne per il 98%. Sono proprio i mercati stranieri, infatti, a garantire un presente solido e un futuro promettent­e alle aziende toscane: nota sempre il Centro studi di Intesa che un ulteriore contributo alla crescita verrà dal «canale estero, grazie alla progressiv­a diffusione della medicina occidental­e e allo sviluppo dei sistemi sanitari pubblici, nei mercati emergenti come Cina, India, Russia, Sud America».

 ??  ??
 ??  ??

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy