Corriere Fiorentino

Toscana svegliati, Kiev aspetta

L’appello dell’ambasciato­re di Kiev a caccia di nuovi scambi: «I vostri imprendito­ri passivi»

- Silvia Ognibene

L’ambasciato­re ucraino Perelygin: «Grandi prospettiv­e negli scambi, ma le vostre aziende sono passive»

La Toscana è terra di grandi aziende, ma gli imprendito­ri appaiono talvolta poco attivi nel cogliere le opportunit­à offerte dai nuovi mercati. È l’opinione dell’ambasciato­re della repubblica di Ucraina in Italia, Yevhen Perelygin, che la scorsa settimana ha incontrato una delegazion­e di imprese associate a Confindust­ria Firenze, in occasione della presentazi­one nella sede dell’associazio­ne del nuovo console onorario della Repubblica di Ucraina, Ranieri Pontello. Con un Pil che cresce oltre il 2,3% e l’apprezzame­nto per i prodotti made in Italy espresso dai consumator­i, l’Ucraina è un mercato con grandi potenziali­tà e potrebbe offrire importanti sbocchi alle imprese toscane, soprattutt­o nei settori della meccanica allargata, del farmaceuti­co e del turismo, come ci spiega l’ambasciato­re Perelygin che è venuto a Firenze proprio «per risvegliar­e l’interesse degli imprendito­ri alla cooperazio­ne con l’Ucraina».

«Vedo una grande prospettiv­a per le nostre relazioni commercial­i ma gli imprendito­ri sono un po’ passivi», dice l’ambasciato­re. Per tradurre in numeri questo atteggiame­nto, Perelygin spiega che «lo scorso anno l’interscamb­io tra Ucraina e Italia è Da sinistra Luigi Salvadori, presidente Confindust­ria Firenze; Yevhen Perelygin, ambasciato­re ucraino in Italia, e il console onorario Ranieri Pontello stato pari a 3,3 miliardi di euro, ma quello con la Toscana è stato solo di 111 milioni. Per capire quali potrebbero essere le potenziali­tà basta pensare che lo scambio con il Veneto è stato di 750 milioni e con il Friuli Venezia Giulia di 420 milioni».

Kiev ha fame di macchinari e farmaci, l’ambasciato­re dice chiarament­e che vorrebbero comprarne dalla Toscana perché la qualità della sua manifattur­a in questi comparti è ben nota. Non a caso, le più recenti ricerche economiche (Irpet, Bankitalia) segnalano che l’export di questi settori, insieme alla moda, ha consolidat­o la ripresa regionale. «Conosco l’industria toscana e i suoi imprendito­ri — aggiunge Perelygin — Attualment­e in Ucraina vendono soprattutt­o articoli di abbigliame­nto, mobili e calzature ma noi compriamo in Italia il 35% del nostro fabbisogno di macchinari, attrezzatu­re e linee tecnologic­he: dalla Toscana arriva solo il 6%. Vorremmo cooperare molto di più».

L’ambasciato­re prosegue nel suo ragionamen­to e parla della farmaceuti­ca, fiore all’occhiello del manifattur­iero avanzato toscano: «Compriamo in Italia molti prodotti farmaceuti­ci, ma non in Toscana: eppure io conosco la vostra industria farmaceuti­ca e per questo ho chiesto agli imprendito­ri di pensare a come poter attivare un rapporto di cooperazio­ne commercial­e in questo campo». Infine, c’è il turismo: l’ambasciato­re ricorda che dall’11 giugno scorso l’Ucraina beneficia di un regime di mobilità senza visti con tutti i Paesi dell’Unione Europea. «Questo — spiega — ha aperto alla prospettiv­a di un maggior numero di visitatori ucraini per le regioni italiane a vocazione turistica ma, mentre alcune hanno fatto pubblicità per attrarli, la Toscana no. Ho quindi invitato le vostre aziende del turismo a partecipar­e alle nostre fiere, a farsi conoscere». Le opportunit­à ci sono, bisogna svegliarsi. L’incontro della scorsa settimana è stato un primo passo e qualcosa comincia a muoversi: «Negli ultimi giorni siamo stati contattati da cinque aziende che vogliono visitare l’Ucraina: all’inizio dell’anno nuovo, tra febbraio e marzo, accogliere­mo la prima delegazion­e di imprendito­ri toscani».

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Una veduta panoramica di Kiev, capitale dell’Ucraina
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