Corriere Fiorentino

SPINGI L’AZIENDA NELLE MANI DEGLI EX OPERAI

- R.E.

Industria Plastica Toscana nacque, anzi rinacque, un giorno del 1994, quando i lavoratori rilevarono un ramo d’azienda: ora ha un fatturato che supera i 30 milioni di euro e le sue bio-shopper si trovano nei maggiori supermerca­ti italiani. La Bolfra era un’impresa attiva nel settore del legno per l’edilizia quando fallì a causa della crisi: oggi la cooperativ­a che porta il suo nome dà lavoro a 15 persone, 8 delle quali erano impiegate nella «vecchia» azienda. Sono solo due esempi del workers buyout, l’acquisizio­ne di una azienda in crisi da parte dei dipendenti, che in Toscana ha già portato al salvataggi­o di 20 società con relativi posti di lavoro. Per sostenere questo strumento salva-occupazion­e, Legacoop Toscana e Cgil regionale hanno deciso di mettere a disposizio­ne mezzi e competenze ai lavoratori che intendono seguire la strada del workers buyout. «Può essere in alcuni casi lo strumento giusto per salvaguard­are posti di lavoro e profession­alità che se uscissero dal mondo della produzione avrebbero difficoltà insormonta­bili per trovare una collocazio­ne», dice la segretaria generale della Cgil Toscana Dalida Angelini, che nei giorni scorsi ha firmato con il presidente di Legacoop Toscana Roberto Negrini un protocollo d’intesa ad hoc. «Il protocollo — spiega Negrini — si pone l’obiettivo di capire la sostenibil­ità economica dei processi produttivi per poi trovare risorse anche tra gli strumenti finanziari della cooperazio­ne. Sono necessarie politiche economiche che incoraggin­o e promuovano, anche finanziari­amente, con risorse regionali e comunitari­e questi percorsi, al fine di sostenere lo sviluppo di nuove esperienze di questo tipo in Toscana».

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