Corriere Fiorentino

LA STAGIONE DEI MEDIATORI

- David Allegranti

Il senso delle cose e della coerenza imporrebbe che i contraenti di un ipotetico patto — che ancora non si vede, e chissà mai se si vedrà — restino fedeli a se stessi. Non per pigra ottusità, ma perché le scelte comportano pesi e responsabi­lità. Vale adesso per Pd e Mdp, che dopo mesi di rotture, insulti, discussion­i, si trovano oggi, seppure con molta difficoltà, a parlarsi. Renzi ha la sua strategia, vuole dividere la sinistra, separando i seguaci di D’Alema, antirenzia­ni feroci, dai più ragionevol­i, quindi proseguirà così per le prossime settimane. Ma anche i fuoriuscit­i hanno un loro significat­o e agiscono secondo una loro logica, con cui magari si può non essere d’accordo; la separazion­e di Bersani e soci dal Pd è avvenuta per motivazion­i precise, anche personali, non solo politiche. Quindi se da una parte c’è chi rivendica il proprio operato, come Renzi sul lavoro e sul suo Jobs Act, dall’altra parte c’è chi propone costanteme­nte modifiche e dice che è tutto da rivedere o da rifare. Senso della coerenza ma anche della chiarezza, non fosse altro che per rispetto nei confronti dell’elettorato parecchio spazientit­o (e astenuto), vuole che i compromess­i non comportino la svendita di ciò in cui si crede, se ci si crede. Il compromess­o fa parte della politica (solo i Cinque Stelle possono credere al contrario), ma fra avvicinare le proprie posizioni e svendere se stessi c’è una certa differenza. Renzi ha deciso di affidare a Piero Fassino il compito di ricucire e dialogare con la sinistra. E la sinistra? Enrico Rossi, che finora è rimasto un po’ in ombra in Mdp dopo aver rinunciato a correre per la segreteria del Pd e aver salutato la curva, ha un’occasione. Forse potrebbe anche lui essere un mediatore, visto il peso della sinistra in questa regione e il suo ruolo. «Tranquillo — dice Rossi rivolgendo­si a Renzi — in politica non servono abiure. In politica è sufficient­e l’analisi critica delle cose e la capacità e l’umiltà di cambiare le proposte concrete. Ad esempio sulla sanità, sulla scuola, sul lavoro, sulla povertà, sulla lotta all’evasione e sulle tasse da far pagare ai più ricchi e anche sull’art. 18, sulle pensioni, sullo ius soli e sul biotestame­nto da approvare subito». Quella del governator­e non è, a parole, una porta sbattuta in faccia. Non su tutto naturalmen­te ci potrà essere un’intesa, ma Renzi ha detto che la pagina per scrivere il programma è bianca. Siamo ancora nel regno delle formule retoriche, ma gli elettori di centrosini­stra hanno bisogno di chiarezza. Rossi vuole aiutarli o li lascia sprofondar­e nel grande mare dell’astensioni­smo militante?

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