Ordine dei Medici, l’ultimo sprint Tre in corsa per la poltrona di Panti
Il candidato della continuità, la prof sostenuta dagli ospedalieri e l’outsider del terzo settore
Il nuovo presidente dovrà governare il momento più difficile per la professione
Da domenica a martedì: tre giorni per votare e per decidere come voltare pagina dopo il trentennio di presidenza Antonio Panti. L’ordine dei medici e degli odontoiatri di Firenze e provincia è alla svolta. E le elezioni si trasformano in uno scontro frontale tra le diverse categorie dei medici. Sono tre le liste in corsa: «Insieme si può» di Pierluigi Tosi, «Eticamente medici» di Teresita Mazzei e «Il nodo per l’ordine» di Pasquale Morano. La partita non riguarda tuttavia solo i medici. Perché dal loro futuro passa anche quello dei pazienti. E perché tutti i candidati, pur nelle loro distinzioni, descrivono il dottore di oggi come l’ha raccontato lo stesso Panti: «Un nobile decaduto».
«La mia priorità è il ruolo del medico, che ha perso potere a causa delle scelte di lungo periodo della politica nazionale — spiega Pierluigi Tosi, ex dg dell’ospedale delle Scotte di Siena — Ordine e sindacati devono portare assieme un discorso comune, noi medici dobbiamo ricominciare a essere al centro delle scelte che ci riguardano. La politica, da tempo, non consulta più gli specialisti. Ormai l’opinione scientifica non conta più». «Insieme si può» ha trovato in Fimmg, principale sindacato dei medici di famiglia, e in Antonio Panti i suoi principali sponsor. Ma Tosi vuole comunque cambiare l’ordine: «Voglio una struttura partecipata, e per farlo dovremo ricavare nella professione spazi da dedicare alle attività dell’ordine. Il medico non ha tempo di discutere del suo stesso lavoro». Insomma, i nuovi dottori dovranno essere protagonisti, «al contrario di oggi, perché siamo banderuole al vento, tra continue incriminazioni, avvisi di garanzia (che finiscono regolarmente con l’assoluzione). Così passa il concetto sbagliato che chi meno fa, meno rischia».
«Eticamente medici» è invece sostenuto da Anaao, principale sindacato degli ospedalieri. E Teresita Mazzei, ordinario di farmacologia a Careggi, pur da vice presidente uscente vuole rappresentare la rottura: «Per anni ho combattuto per le pari opportunità. A favore delle donne, a favore dei giovani. E proprio per questi ultimi — spiega — vogliamo due cose: una laurea abilitante, che li renda subito medici, e un numero adeguato di posti nei corsi di specializzazione e formazione. Non è ammissibile l’imbuto enorme che c’è tra laureati e posti di specializzazione». Mazzei parla di «novità, dignità e libertà». E ricorda che i medici ospedalieri toscani sono i peggio pagati in Italia, secondi solo alla Sardegna. E che hanno grandi responsabilità senza sufficienti risorse. Poi il j’accuse: «Libertà è anche libera professione. Ma i liberi professionisti sono messi alla gogna anche dalla presidenza della Regione. Ed è assurdo anche quello che sta vivendo un professionista eccellente come Marco Carini». Libera professione, ma anche «libera prescrizione, perché non può essere un amministrativo a imporre a un medico cosa decidere per il paziente».
«Riannodare tutti i medici — è lo slogan di “Il nodo per l’ordine” di Pasquale Morano, presidente toscano di Croce rossa — Voglio un ordine che sia una casa di tutti. Noi ci siamo tenuti fuori dallo scontro tra “categorie” non solo perché l’ordine deve essere il punto di sintesi, ma anche perché questo contrasto si vive più al vertice che alla base. Anzi, è tra vertici e base che c’è il vero scollamento da ricucire». Morano punta a intercettare il voto trasversale e vuole dare nuova luce al terzo settore: «Il privato sociale è una realtà che sta crescendo. L’ordine deve accoglierne le istanze. E superare le resistenze».
Trent’anni dopo