«Politica screditata e occupazioni, il disagio è nato così»
«Perché dovrei meravigliarmi? La vittoria degli studenti di destra è l’espressione di un disagio che si poteva toccare con mano anche negli anni scorsi. Il problema di fondo è che la politica con la p maiuscola è scomparsa dalla scuola: tanti ragazzi, scoraggiati dal degrado del mondo politico degli adulti e dagli atteggiamenti muscolari di chi ha occupato le scuole, non vogliono sentir parlare di politica. E la rabbia cresce...». Valerio Vagnoli conosce bene gli studenti di ieri e di oggi perché ha vissuto ogni giorno il mondo della scuola per 43 anni: è stato maestro alle elementari, professore di liceo, ha insegnato in carcere, ha fatto il dirigente scolastico fino a pochi mesi fa, quando è andato in pensione dopo aver guidato l’alberghiero Saffi per sei anni. Ed è uno degli animatori del «Gruppo di Firenze per la scuola del merito e della responsabilità».
Vagnoli, a Firenze, città medaglia d’oro della Resistenza, governata dal centrosinistra ininterrottamente dal 1994, con i Comuni della cintura metropolitana da sempre in mano alla sinistra, Casaggì conquista la Consulta degli studenti. Fa un certo effetto...
«Io non sono sorpreso. La crescita del numero dei ragazzi che si riconoscono nella destra, anche quella radicale, era un fenomeno percepibile anche ne- gli anni scorsi. E poi è l’Italia che sta andando a destra... I ragazzi vivono qui e ora, non su un altro pianeta».
Ma chi sono gli studenti che hanno votato la destra?
«Principalmente frequentano istituti tecnici e professionali, portatori di un’ideologia molto semplificata. E tra di loro ci sono anche extracomunitari, perché sta succedendo una cosa simile a quella che accadde all’epoca del boom della Lega, che aveva tra i suoi primi elettori e attivisti meridionali trapiantati al Nord. Così come questi ultimi furono l’espressione della rabbia di chi faticava tutti i giorni per guadagnarsi da vivere e mal sopportava l’assistenzialismo, i ragazzi che hanno votato la destra radicale esprimono il disagio di chi ha visto scomparire la politica dalla scuola...».
Come scomparsa? E le proteste contro la «Buona scuola», le occupazioni?
«Sono state proprio le occupazioni ad allontanare tanti ragazzi dalla politica. Gli atteggiamenti dogmatici e prepotenti delle minoranze occupanti hanno disqualificato la politica agli occhi della maggioranza degli studenti. Senza contare che le occupazioni che ho visto io sono state tutte pretestuose. Perché la scuola avrà tanti limiti, ma gli spazi di democrazia ci sono, se si vuole stare nel merito delle questioni».
Ma non è strano che questo disagio si sia espresso con il voto a destra? Non si aspettava piuttosto la nascita di liste studentesche vicine al Movimento Cinque Stelle?
«I voti li ha presi chi era più organizzato. Ciò non vuol dire che i ragazzi non siano attratti dai Cinquestelle. Anzi, il vento grillino a scuola c’è ed è forte, anche se non ha trovato uno sbocco nella rappresentanza. Ed è figlio dello stesso disagio che ha portato gli studenti a dare la maggioranza alla destra radicale. Ora la sfida è non perdere il contatto con questi ragazzi, quelli che hanno votato la destra radicale e quelli che non hanno votato. Guai a criminalizzarli».
Tra i banchi I ragazzi vivono qui, non su un altro pianeta E anche il vento grillino sta soffiando forte