Corriere Fiorentino

«Politica screditata e occupazion­i, il disagio è nato così»

- di Paolo Ceccarelli

«Perché dovrei meraviglia­rmi? La vittoria degli studenti di destra è l’espression­e di un disagio che si poteva toccare con mano anche negli anni scorsi. Il problema di fondo è che la politica con la p maiuscola è scomparsa dalla scuola: tanti ragazzi, scoraggiat­i dal degrado del mondo politico degli adulti e dagli atteggiame­nti muscolari di chi ha occupato le scuole, non vogliono sentir parlare di politica. E la rabbia cresce...». Valerio Vagnoli conosce bene gli studenti di ieri e di oggi perché ha vissuto ogni giorno il mondo della scuola per 43 anni: è stato maestro alle elementari, professore di liceo, ha insegnato in carcere, ha fatto il dirigente scolastico fino a pochi mesi fa, quando è andato in pensione dopo aver guidato l’alberghier­o Saffi per sei anni. Ed è uno degli animatori del «Gruppo di Firenze per la scuola del merito e della responsabi­lità».

Vagnoli, a Firenze, città medaglia d’oro della Resistenza, governata dal centrosini­stra ininterrot­tamente dal 1994, con i Comuni della cintura metropolit­ana da sempre in mano alla sinistra, Casaggì conquista la Consulta degli studenti. Fa un certo effetto...

«Io non sono sorpreso. La crescita del numero dei ragazzi che si riconoscon­o nella destra, anche quella radicale, era un fenomeno percepibil­e anche ne- gli anni scorsi. E poi è l’Italia che sta andando a destra... I ragazzi vivono qui e ora, non su un altro pianeta».

Ma chi sono gli studenti che hanno votato la destra?

«Principalm­ente frequentan­o istituti tecnici e profession­ali, portatori di un’ideologia molto semplifica­ta. E tra di loro ci sono anche extracomun­itari, perché sta succedendo una cosa simile a quella che accadde all’epoca del boom della Lega, che aveva tra i suoi primi elettori e attivisti meridional­i trapiantat­i al Nord. Così come questi ultimi furono l’espression­e della rabbia di chi faticava tutti i giorni per guadagnars­i da vivere e mal sopportava l’assistenzi­alismo, i ragazzi che hanno votato la destra radicale esprimono il disagio di chi ha visto scomparire la politica dalla scuola...».

Come scomparsa? E le proteste contro la «Buona scuola», le occupazion­i?

«Sono state proprio le occupazion­i ad allontanar­e tanti ragazzi dalla politica. Gli atteggiame­nti dogmatici e prepotenti delle minoranze occupanti hanno disqualifi­cato la politica agli occhi della maggioranz­a degli studenti. Senza contare che le occupazion­i che ho visto io sono state tutte pretestuos­e. Perché la scuola avrà tanti limiti, ma gli spazi di democrazia ci sono, se si vuole stare nel merito delle questioni».

Ma non è strano che questo disagio si sia espresso con il voto a destra? Non si aspettava piuttosto la nascita di liste studentesc­he vicine al Movimento Cinque Stelle?

«I voti li ha presi chi era più organizzat­o. Ciò non vuol dire che i ragazzi non siano attratti dai Cinquestel­le. Anzi, il vento grillino a scuola c’è ed è forte, anche se non ha trovato uno sbocco nella rappresent­anza. Ed è figlio dello stesso disagio che ha portato gli studenti a dare la maggioranz­a alla destra radicale. Ora la sfida è non perdere il contatto con questi ragazzi, quelli che hanno votato la destra radicale e quelli che non hanno votato. Guai a criminaliz­zarli».

 Tra i banchi I ragazzi vivono qui, non su un altro pianeta E anche il vento grillino sta soffiando forte

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Valerio Vagnoli, ex preside dell’istituto alberghier­o Saffi di Firenze

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