TRASPORTI A DUE VELOCITÀ
Se dovesse disputare un derby dell’Appennino non sui campi di calcio, ma sul terreno di viabilità e infrastrutture, Firenze non ne uscirebbe vincitrice. Il confronto con Bologna è imbarazzante, tra aeroporto e people mover, e se la nuova sotterranea stazione dell’Alta Velocità della città padana è un po’ piranesiana e crea più d’un problema a chi deve prendere una coincidenza con scarso comporto, certamente essa costituisce una soluzione più razionale di quanto non farà la nuova stazione di viale Belfiore. Non solo. A Firenze, in vista dell’entrata in funzione delle due nuove linee tranviarie, non è stato ancora predisposto un piano complessivo di riordino dei trasporti urbani, con il rischio che si arrivi impreparati alle inaugurazioni dell’anno prossimo, mentre le speranze di una tramvia sotterranea per ricollegare il centro con la fascia dei viali sono ormai ridotte quasi a zero, a maggior ragione dopo il parere contrario dell’Unesco. Uno scenario preoccupante, anche perché la Fiera di Bologna può vantare capacità ricettive ben maggiori rispetto alle strutture espositive fiorentine, sebbene non possa competere per fascino con quel capolavoro dell’architettura castrense che è la Fortezza.
Se i collegamenti interni alla città e all’area metropolitana presentano molti elementi di precarietà, la situazione regionale è ancora più critica. Grazie all’Autosole (con la Variante di valico) e alla Tav, Firenze gode di ottimi collegamenti con Roma e Milano, ma che dire del resto? La linea ferroviaria tirrenica propone al prezzo di un Frecciabianca tempi di percorrenza simili a quelli dei vecchi espressi, e penalizza città come Viareggio, dove un tempo fermavano anche i rapidi. I collegamenti con la Liguria sono oggi meno diretti di venti anni fa e recarsi da Firenze a Siena in treno è una tortura per chi ha fretta, tant’è che da tempo le Ferrovie propongono ai viaggiatori dell’alta velocità scesi a Santa Maria Novella di raggiungere la città del Palio in pullman. Che è un po’ come se il Rex, giunto in prossimità di New York, avesse chiesto ai viaggiatori di proseguire con un motoveliero. Può anche darsi che la società del futuro sarà più slow di quella odierna: i Ceo dialogheranno in teleconferenza e le segretarie telelavoreranno da casa, un occhio ai figli e un altro alla ribollita. Ma l’avvenire è sempre meno prevedibile. Per il momento viviamo nell’era della velocità e comunque i turisti non arrivano col teletrasporto. Per questo e molti altri motivi è lecito chiedere a chi ci governa un sussulto. A Firenze, ma anche a Roma. Servirà di sicuro.