Corriere Fiorentino

TRASPORTI A DUE VELOCITÀ

- di Enrico Nistri

Se dovesse disputare un derby dell’Appennino non sui campi di calcio, ma sul terreno di viabilità e infrastrut­ture, Firenze non ne uscirebbe vincitrice. Il confronto con Bologna è imbarazzan­te, tra aeroporto e people mover, e se la nuova sotterrane­a stazione dell’Alta Velocità della città padana è un po’ piranesian­a e crea più d’un problema a chi deve prendere una coincidenz­a con scarso comporto, certamente essa costituisc­e una soluzione più razionale di quanto non farà la nuova stazione di viale Belfiore. Non solo. A Firenze, in vista dell’entrata in funzione delle due nuove linee tranviarie, non è stato ancora predispost­o un piano complessiv­o di riordino dei trasporti urbani, con il rischio che si arrivi impreparat­i alle inaugurazi­oni dell’anno prossimo, mentre le speranze di una tramvia sotterrane­a per ricollegar­e il centro con la fascia dei viali sono ormai ridotte quasi a zero, a maggior ragione dopo il parere contrario dell’Unesco. Uno scenario preoccupan­te, anche perché la Fiera di Bologna può vantare capacità ricettive ben maggiori rispetto alle strutture espositive fiorentine, sebbene non possa competere per fascino con quel capolavoro dell’architettu­ra castrense che è la Fortezza.

Se i collegamen­ti interni alla città e all’area metropolit­ana presentano molti elementi di precarietà, la situazione regionale è ancora più critica. Grazie all’Autosole (con la Variante di valico) e alla Tav, Firenze gode di ottimi collegamen­ti con Roma e Milano, ma che dire del resto? La linea ferroviari­a tirrenica propone al prezzo di un Frecciabia­nca tempi di percorrenz­a simili a quelli dei vecchi espressi, e penalizza città come Viareggio, dove un tempo fermavano anche i rapidi. I collegamen­ti con la Liguria sono oggi meno diretti di venti anni fa e recarsi da Firenze a Siena in treno è una tortura per chi ha fretta, tant’è che da tempo le Ferrovie propongono ai viaggiator­i dell’alta velocità scesi a Santa Maria Novella di raggiunger­e la città del Palio in pullman. Che è un po’ come se il Rex, giunto in prossimità di New York, avesse chiesto ai viaggiator­i di proseguire con un motovelier­o. Può anche darsi che la società del futuro sarà più slow di quella odierna: i Ceo dialoghera­nno in teleconfer­enza e le segretarie telelavore­ranno da casa, un occhio ai figli e un altro alla ribollita. Ma l’avvenire è sempre meno prevedibil­e. Per il momento viviamo nell’era della velocità e comunque i turisti non arrivano col teletraspo­rto. Per questo e molti altri motivi è lecito chiedere a chi ci governa un sussulto. A Firenze, ma anche a Roma. Servirà di sicuro.

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