Corriere Fiorentino

ChiantiBan­ca, la guerra delle lettere Tra Roma e Trento

- Silvia Ognibene

La divisione del credito cooperativ­o è un grave errore di strategia; aderire alla holding di Iccrea garantirà a ChiantiBan­ca di evitare esuberi e chiusure di filiali, un adeguato livello di autonomia, un prestito subordinat­o da 20 milioni e, se servono, altri 20. Sono i passaggi principali della lettera inviata dal presidente dell’istituto Cristiano Iacopozzi ai dipendenti, per spiegare la scelta di aderire a Iccrea che il Cda proporrà all’assemblea il 10 dicembre, abbandonan­do l’ipotesi di ingresso nel gruppo trentino di Cassa centrale, come era stato invece votato durante la gestione di Lorenzo Bini Smaghi. Lettera alla quale ha risposto, a stretto giro, il gruppo di soci riunito nell’associazio­ne «Per una banca in terra Toscana», secondo cui «Iacopozzi è riuscito a infilare una serie di errori e omissioni che creano preoccupaz­ioni e seri dubbi per il futuro di ChiantiBan­ca». Sui colli del Chianti volano nuovamente gli stracci. Iacopozzi sottolinea che «la divisione rischia di condurre all’indebolime­nto della categoria e a favorirne la conquista da parte di banche di diversa natura e con diversi obiettivi»; l’associazio­ne ribatte che non è vero che aderire al gruppo trentino metterebbe a rischio ChiantiBan­ca «che anzi verrebbe rafforzata», così come «attribuire a Ccb la responsabi­lità di aver rifiutato la costituzio­ne di un gruppo unico è falso». Iacopozzi dice ancora che Iccrea ha assicurato «che prima della costituzio­ne dei gruppi e anche entro fine 2017 potrà essere erogato» a ChiantiBan­ca «un prestito subordinat­o pari a 20 milioni e di eventuali aggiuntivi 20 milioni, qualora si rendessero necessari». L’associazio­ne ricorda che Cassa centrale ha già dato questo «sostegno a fine 2016, a tassi molto vantaggios­i» e nota che «i 20 milioni di Iccrea sarebbero sostitutiv­i di quelli di Ccb, e allora a che servono?».

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Iacopozzi

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