Forconi, il medico che costruì un ponte da Siena al Canada
Siena aveva riconosciuto la grandezza di Sandro Forconi, scomparso ieri all’età di 79 anni, dieci anni fa. Quando, con il fazzoletto della Contrada dell’Istrice al collo, aveva ricevuto il Mangia d’oro per il suo impegno nelle relazioni tra Italia e Canada. Classe 1938, il medico era nel 2007 al termine di un’illustre carriera, che lo aveva portato a diventare nel tempo un punto di riferimento per la ricerca nei campi della microcircolazione e della emoreologia. Tanto da meritare la Medaglia Fahreus: il più alto riconoscimento scientifico nel settore. La professione lo aveva condotto anche a Toronto, dove si era fatto apprezzare per la sue capacità divulgative e umane. «Voleva approfondire lo studio delle patologie cardiovascolari — ricorda Franco Laghi Pasini, ex collega di Forconi — e quindi si prese un periodo sabbatico e si trasferì in Canada per documentarsi. Ne fu subito conquistato». Quello con la città dell’Ontario, in effetti, fu un colpo di fulmine e insieme alla moglie Laura decise di creare un luogo per promuovere la cultura italo-canadese. Nel 1991 il progetto si è concretizzato con il centro «SienaToronto» e qualche anno più tardi, dall’altre parte dell’oceano, questo suo amore è stato ricambiato dall’Università di Toronto con l’ «Arbor Award». L’Ateneo canadese ha anche deciso di istituire il premio annuale «Laura and Sandro Forconi Award». Allo stesso tempo, Forconi è stato anche profeta in patria. Ha diretto la scuola di specializzazione in Medicina interna e quella di Geriatria, che ha contribuito anche a fondare. Una figura di primo piano a livello accademico e per la medicina senese in generale, come ricordato da Francesco Frati e Valtere Giovannini. Sia il rettore che il dg dell’Aou di Siena ne hanno sottolineato il segno lasciato nella crescita delle due istituzioni, mentre il sindaco Bruno Valentini ha parlato di «una perdita che rattrista tutta Siena». «Non si può dire che fosse un ‘barone’ — rammenta Laghi Pasini — Era una persona piacevole, che non disdegnava le cene anche con i colleghi più giovani. Sul lavoro poi ci ha sempre stimolati e aveva una parola di supporto per tutti». Per Forconi però Siena è stata anche sinonimo di Contrada. Viveva nel cuore dell’Istrice e nel rione era una presenza fissa. «Nonostante il lavoro, il suo attaccamento non è mai venuto meno — spiega il Priore Nicoletta Fabio — e questa passione è stata trasmessa con successo a figli e nipoti». Come per il Canada, l’amore per la Contrada è stato ricambiato. E, una volta aperta la camera ardente, il popolo di Camollia non ha dimenticato di rendergli l’ultimo omaggio.