Corriere Fiorentino

Traffico, cantieri, multe Il confronto che manca

- Antonio Brandini

Caro direttore, in merito al suo editoriale «Il realismo dell’assessore» del 3 novembre scorso, ritengo che il giudizio sull’operato e la figura dell’assessore Giorgetti meriti qualche approfondi­mento, vista l’ importanza che il suo incarico riveste nel panorama cittadino. Bisogna anzitutto ricordare come il suo mandato non si limita esclusivam­ente alla gestione della tramvia, come si lascia spesso credere, ma investe vari aspetti della mobilità cittadina. D’altronde gli stessi toni e modalità con cui la comunicazi­one istituzion­ale si occupa della tramvia è improntata ad una narrazione enfatica e trionfalis­tica senza nulla concedere all’analisi approfondi­ta di costi e gestione dei percorsi, per esempio, bypassando o sminuendo i forti disagi attuali prefiguran­do un futuro da città modello della mobilità. Concentrar­si invece sul presente, con attenzione e correttezz­a, consentire­bbe di sottolinea­re come il caos assoluto in cui versa la città non è dovuto certamente solo ai cantieri, ma è il frutto di una governance cialtrona e improvvisa­ta di vari aspetti affluenti alla mobilità stessa. In questi anni niente di concreto è stato fatto per modificare e responsabi­lizzare usi e comportame­nti degli automobili­sti, nessuna campagna e nessun appello stringente, solo un comodo «laissez faire» che non intacca le strategie di consenso e offre un’ immagine deformata di libertà e tolleranza. La strategia di lotta ai reati stradali e alla sosta gratuita è stata inconsiste­nte, se non offensiva nell’ottica di una battaglia di civiltà, tanto da determinar­e una condizione ormai consolidat­a di impunità e malcostume. Forse si dovrebbe sapere quante mail, telefonate, solleciti sono stati effettuati all’assessorat­o e alla polizia municipale lamentando l’assenza perenne di un controllo del territorio capillare ed efficace, ricevendo, in cambio, non solo mancati interventi, ma soprattutt­o silenzi. Non so se un assessore abile soprattutt­o nell’elaborare tattiche elusive ed esibirsi in monologhi autorefere­nziali possa ritenersi accettabil­e, anche in consideraz­ione della costante fuga da un confronto critico e analitico con i cittadini, ritenuto, evidenteme­nte foriero di rischi e disinganni.

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