Traffico, cantieri, multe Il confronto che manca
Caro direttore, in merito al suo editoriale «Il realismo dell’assessore» del 3 novembre scorso, ritengo che il giudizio sull’operato e la figura dell’assessore Giorgetti meriti qualche approfondimento, vista l’ importanza che il suo incarico riveste nel panorama cittadino. Bisogna anzitutto ricordare come il suo mandato non si limita esclusivamente alla gestione della tramvia, come si lascia spesso credere, ma investe vari aspetti della mobilità cittadina. D’altronde gli stessi toni e modalità con cui la comunicazione istituzionale si occupa della tramvia è improntata ad una narrazione enfatica e trionfalistica senza nulla concedere all’analisi approfondita di costi e gestione dei percorsi, per esempio, bypassando o sminuendo i forti disagi attuali prefigurando un futuro da città modello della mobilità. Concentrarsi invece sul presente, con attenzione e correttezza, consentirebbe di sottolineare come il caos assoluto in cui versa la città non è dovuto certamente solo ai cantieri, ma è il frutto di una governance cialtrona e improvvisata di vari aspetti affluenti alla mobilità stessa. In questi anni niente di concreto è stato fatto per modificare e responsabilizzare usi e comportamenti degli automobilisti, nessuna campagna e nessun appello stringente, solo un comodo «laissez faire» che non intacca le strategie di consenso e offre un’ immagine deformata di libertà e tolleranza. La strategia di lotta ai reati stradali e alla sosta gratuita è stata inconsistente, se non offensiva nell’ottica di una battaglia di civiltà, tanto da determinare una condizione ormai consolidata di impunità e malcostume. Forse si dovrebbe sapere quante mail, telefonate, solleciti sono stati effettuati all’assessorato e alla polizia municipale lamentando l’assenza perenne di un controllo del territorio capillare ed efficace, ricevendo, in cambio, non solo mancati interventi, ma soprattutto silenzi. Non so se un assessore abile soprattutto nell’elaborare tattiche elusive ed esibirsi in monologhi autoreferenziali possa ritenersi accettabile, anche in considerazione della costante fuga da un confronto critico e analitico con i cittadini, ritenuto, evidentemente foriero di rischi e disinganni.