Corriere Fiorentino

Fine vita, l’appello dei 175 con Gesualdi «L’apertura di Francesco? Un dono»

L’appello dell’ex allievo di don Milani e l’apertura di Bergoglio. Mentre nasce un comitato trasversal­e

- Giulio Gori

Nel giorno in cui Papa Francesco esorta alla «proporzion­alità delle cure», parte un appello di 175 intellettu­ali, artisti, politici per far approvare velocement­e la legge sul fine vita, sulla scia di quello lanciato dall’allievo di Don Milani, Michele Gesualdi, malato di Sla: «Questo Papa è proprio un dono» ha commentato Gesualdi.

«Questo Papa è proprio un dono. Entra nelle sofferenze vere delle persone». Nel messaggio scritto alla figlia Sandra c’è la gioia di Michele Gesualdi per la presa di posizione di Francesco, per la sua apertura al diritto dei malati a rinunciare all’accaniment­o terapeutic­o. Proprio quel che chiedeva l’ex ragazzo di Barbiana nella sua lettera-appello al Parlamento affinché fosse approvata presto la legge sul «fine vita». Per Gesualdi, malato di Sla da tre anni, ieri è stato come vivere un secondo abbraccio, stavolta ideale, con il Papa. Il primo, reale, era avvenuto a Barbiana, il 20 giugno, durante la storica visita del Pontefice nella scuola di don Milani.

E quasi in contempora­nea con la svolta del Papa è arrivato l’annuncio della nascita di un comitato spontaneo, «#Fatepresto», che raccoglie laici e cattolici, politici, accademici, intellettu­ali, medici e artisti, a sostegno dell’appello di Gesualdi e dell’approvazio­ne di una legge sul testamento biologico. Due segnali che sembrano andare nella stessa direzione, quella di abbattere le contrappos­izioni ideologich­e rimaste fissate da decenni.

Ieri Francesco ha rotto gli indugi imprimendo una svolta: è «moralmente lecito rinunciare all’applicazio­ne di mezzi terapeutic­i, o sospenderl­i, quando il loro impiego non corrispond­e a quel criterio etico e umanistico che verrà in seguito definito proporzion­alità delle cure», ha detto il Pontefice, facendo appello a «un supplement­o di saggezza, perché oggi è più insidiosa la tentazione di insistere con trattament­i che producono potenti effetti sul corpo, ma talora non giovano al bene integrale della persona». Sandra Gesualdi, figlia dell’ex presidente della Provincia di Firenze e allievo di don Milani, è raggiante: «Quello di Francesco è un invito ad essere più umani come ci chiede il Vangelo. È capire la sofferenza delle persone. Michele ogni giorno ha un respiro in meno. Chiede solo umanità. E a volte l’ideologia non dà la possibilit­à di pensare all’essere umano che si ha di fronte. Spero che l’apertura del Papa aiuti tutti ad aprirsi alla dignità dell’uomo».

Nelle scorse settimane, dopo l’appello di Michele ai presidenti di Camera e Senato, la famiglia Gesualdi ha ricevuto molti messaggi di solidariet­à. «Molti anche da esponenti del mondo cattolico — rivela Sandra — Anche se alcuni di loro hanno deciso di farlo privatamen­te». Tanti di più hanno scelto invece di farlo pubblicame­nte. Parte proprio da Firenze il comitato «#Fatepresto», che nell’appello diffuso online spiega che «la legge sarebbe un atto di comprensio­ne da parte dello Stato nei confronti di una umanità sofferente e tale da garantire a ogni cittadino di poter esprimere la propria autodeterm­inazione». A costituirl­o sono stati dieci esponenti locali e nazionali di Pd, di Mdp, Sinistra Italiana, radicali e Libertà e Giustizia: Lauro Seriacopi, Serena Pillozzi, Marisa Rosaria Bortolone, Alessia Petraglia, Roberto Di Loreto, Marzenka Matas, Patrizio Mecacci, Massimo Lensi, Paolo Bambagioni e Alessio Biagioli. Non appena l’appello è stato lanciato, le adesioni sono state moltissime, quasi 200 nelle prime ore dalla diffusione. Laici e cattolici, accademici, artisti, medici, personaggi del mondo della cultura. I primi ad aderire sono stati Sandra Bonsanti, Tomaso Montanari, Rosy Bindi e Roberto Saviano. Del mondo politico ci sono anche Pier Luigi Bersani, Nicola Fratoianni, Pippo Civati, Luigi Berlinguer. Tra i firmatari spicca Maria Antonietta Farina Coscioni, vedova di Luca Coscioni, protagonis­ta fino alla morte, avvenuta nel 2002, di una lunga battaglia a favore di una legge sul fine vita. Forte il sostegno da parte del mondo accademico: i filosofi Antonio Maurizio Iacono e Matteo Galletti, il genetista Marcello Buiatti, l’italianist­a Laura Barile, il fisico Angelo Baracca, l’economista Francesco Farina, l’architetto Vincenzo Bentivegna. C’è anche la cultura, con l’attore Paolo Hendel e il saggista Maurizio Pallante e c’è il mondo dell’associazio­nismo, da Caterina Ceccuti a Simone Siliani. Persino un’intera giunta comunale, quella di Figline e Incisa Valdarno. Ma a colpire è soprattutt­o la presenza di tanti cattolici: oltre a Bindi e Bambagioni, anche don Andrea Bigalli e le esponenti ex Margherita, Anna Margherita Miotto e Cecilia Carmassi.

«Questo comitato spero possa contribuir­e all’approvazio­ne della legge sul fine vita entro la fine della legislatur­a — commenta Sandra Gesualdi — Il babbo mi ha ricordato che il Papa non fa le leggi. A quelle ci pensa lo Stato».

Personalit­à Da don Bigalli alla Bindi, da Saviano a Bersani Tante le adesioni non solo dalla politica

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Michele Gesualdi, allievo di don Milani
 ??  ?? Michele Gesualdi, allievo di don Milani ed ex presidente della Provincia di Firenze: sua la lettera-appello sul fine vita alle istituzion­i. A sinistra, Papa Francesco a Barbiana
Michele Gesualdi, allievo di don Milani ed ex presidente della Provincia di Firenze: sua la lettera-appello sul fine vita alle istituzion­i. A sinistra, Papa Francesco a Barbiana
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