Corriere Fiorentino

E Cattelan si inventa le sciarpe dei tifosi dell’arte

Dopo Wharol, Koons e Abramovic al bookshop di Palazzo Pitti arriva il gadget d’artista

- DAL NOSTRO INVIATO C.D.

Questa volta il cerchio può considerar­si chiuso. Quel cerchio che, da Andy Warhol in poi, ha trasformat­o l’arte rendendola un fenomeno di consumo, anche di massa, perché no. L’artista americano aveva reso immortale prodotti come la zuppa Campbell o la Coca Cola.

Maurizio Cattelan stressa il concetto e varca le soglie del Museo del Costume e della Moda di Firenze, grazie a un accordo tra Pitti Uomo e il direttore delle Gallerie degli Uffizi, Eike Schmidt, portando nel suo gift shop una sciarpa che tutti i visitatori potranno acquistare. Stelle viola in campo rosso, la sciarpa made in Cattelan — realizzata insieme con Seletti, con cui l’artista collabora da tre anni — non è la prima né l’ultima uscita commercial­e della mente creativa e parecchio attenta ai trend del momento di chi aveva sedotto con le immagini di Giovanni Paolo II colpito da un meteorite, di un Adolf Hitler in ginocchio vinto dalla storia e del celeberrim­o scoiattolo. Piuttosto è la tappa fiorentina di un progetto dedicato ai «tifosi dell’arte contempora­nea» che è già approdato al MoMa e al Guggenheim di New York, al Palais de Tokyo di Parigi, alla Fondation Beyeler di Basilea e al Maxxi di Roma per fare solo qualche esempio.

Ed è anche la cartina al tornasole di un fenomeno più grande: quasi che il quarto d’ora di celebrità warholiano fosse un obiettivo sempre più ambito. Immortalit­à dell’arte versus impermanen­za? Cattelan aveva prestato la sua creatività sempre a Seletti nel 2014 diventando testimonia­l dell’azienda e firmando, con il suo brand Toilet Paper (la rivista solo immagini) delle sneaker in edizione limitata. E a dire il vero non è il solo artista dell’oggi a muoversi sul crinale del mercato di largo consumo. Jeff Koons, la notizia è di qualche giorno fa, ha appena presentato la sua collezione di borse Louis Vuitton numero due dedicata ai capolavori dell’arte di un tempo, da Turner a Monet.

E, sempre in questi giorni, è uscita la campagna pubblicita­ria Ladurée, l’azienda che produce i celeberrim­i macaron, ideata da Marina Abramovic. Ai dolci la performer ha dedicato un video in cui lei stessa fa da protagonis­ta e il cui messaggio è chiaro. Colori e sapori dei biscotti-meringa made in Francia hanno per Marina lo stesso significat­o di una madeleine proustiana, sono un ponte che la rimanda a colori e sapori d’infanzia con tutto il loro portato emozionale. La stessa Abramovic, per altro, non è nuova ad operazioni al limite. Tre anni fa firmò un celebre video-spot per Adidas, un lavoro totalmente in bianco e nero, in cui compariva anche lei che magnificav­a il lavoro di équipe. Una squadra di 11 personaggi trasportav­a dei mattoni indossando, ovviamente, calzature Adidas. Anche in questo caso la Abramovic dichiarò che il brand, sin da ragazzina, era tra i suoi favoriti. Ora tocca a Maurizio Cattelan sancire a Firenze un assunto non nuovo ma certo sempre più diffuso, quello che mette in cantina una visione esclusiva e sacrale dell’arte.

Accordo con gli Uffizi Firenze entra così nel tour che è già passato da New York, Parigi, Basilea e Roma

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 ??  ?? Due mondi Sopra le zuppe Campbell di Andy Warhol, primo teorico dell’arte come fenomeno di consumo, a destra Jeff Koons e le sue borse Vuitton e il video di Marina Abramovic per Ladurée
Due mondi Sopra le zuppe Campbell di Andy Warhol, primo teorico dell’arte come fenomeno di consumo, a destra Jeff Koons e le sue borse Vuitton e il video di Marina Abramovic per Ladurée
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L’artista Maurizio Cattelan
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