Un giardino al posto del museo (travolto dalla rivoluzione Gucci)
IN PIAZZA SIGNORIA
I grandi pannelli gialli con stampa vintage a motivo ananas che da qualche mese indicano «lavori in corso» a Palazzo della Mercatanzia in piazza della Signoria a Firenze verranno tolti il 9 gennaio del 2018. È il giorno del debutto della edizione numero 93 di Pitti Uomo quello scelto dalla Maison Gucci per svelare a stampa internazionale e buyer, in città per la kermesse legata alla moda, la nuova identità di quello che dal 2011 tutti hanno conosciuto come il museo del marchio nato a Firenze nel 1921 e oggi perla del portfolio Kering della famiglia Pinault.
Oltre la semplice ristrutturazione, oltre al dovuto restyling imposto dalla visione del direttore creativo Alessandro Michele che sta facendo volare i fatturati del brand delle due G nel mondo, quella attesa a gennaio è una vera e propria rivoluzione concettuale dello storico palazzo. A partire dal nome. Non più Gucci Museo ma Gucci Garden, un giardino ad evocare una nuova fioritura di idee. Un nome che nell’ultimo anno Alessandro Michele ha già usato per alcuni eventi allestiti nei negozi in giro per il mondo, caratterizzati da allestimenti dove le sue creazioni animate da farfalle, api e forme floreali hanno dialogato con riproduzioni artistiche di serpenti e pappagalli scintillanti.
Quello di Firenze sarà così uno spazio che rivendica già dal nome l’originalità di contenuti per un’area dove anima commerciale, creativa, artistica e ricreativa dialogheranno all’unisono nello stile che oggi detta tendenza nei nuovi luoghi partecipati del contemporaneo. Aspettando l’opening ufficiale e una maggiore comunicazione del progetto, ad oggi ancora top secret, si sa che il direttore è il londinese Paul Feakes (già gallerista a Marina di Pietrasanta assieme al compagno americano Brad Brubaker di Accesso Galleria) che a Firenze ha già lavorato a progetti come restaurant manager.
Ancora: i tre piani del Gucci Garden ospiteranno un negozio, un ristorante e uno spazio espositivo. Uno shop diverso rispetto alla rete retail Gucci che conosciamo, dove saranno disponibili collezioni moda e prodotti (forse anche della nuova linea décor) appositamente creati da Alessandro Michele in edizione unica. Per il ristorante ci sarà la consulenza dello chef tre stelle Michelin Massimo Bottura; gli spazi espositivi invece sono affidati alla critica e curatrice Maria Luisa Frisa che con Michele aveva già collaborato nel 2016 proprio a Firenze, per l’allora Gucci Museo, all’introduzione di due sale in onore di Tom Ford, già direttore creativo del marchio negli anni Novanta e mentore nel 2002 proprio di Alessandro Michele. Un luogo dove si parlerà di moda, quindi, nei codici estetici allargati del mondo d’oggi che dalla personalizzazione estrema dei capi, al dialogo con l’arte fino alla contaminazione con il gusto diventerà, c’è da credere, un nuovo hot spot per Firenze. Come ci ha abituato da tempo Michele esistono, infatti, tanti modi di svolgere il racconto della moda. Colori e materiali, citazioni e suggestioni di altre epoche e discipline, l’arte antica e la street art, la scienza e l’animazione possono essere tutti strumenti utili a far vivere, rivivere o resuscitare la storia di un marchio.
Tre anime Collezioni ad hoc per il negozio ma anche un’area espositiva e ristorante