Corriere Fiorentino

LA SVOLTA DI FRANCESCO E I CATTOLICI DIVISI

L’«Avvenire» critico con l’ex presidente della Provincia, che replica

- Mario Lancisi

Francesco sostiene che è moralmente lecito «rinunciare all’applicazio­ne di mezzi terapeutic­i, o sospenderl­i, quando il loro impiego non corrispond­e a quel criterio etico e umanistico che verrà in seguito definito proporzion­alità delle cure». Rinuncia da non confondere però con l’eutanasia «che rimane sempre illecita», avverte il Papa nel suo messaggio al convegno «Fine vita», promosso dalla Pontificia Accademia. Distinzion­e — stop all’accaniment­o terapeutic­o, no all’eutanasia — in singolare consonanza con l’appello di Michele Gesualdi, ex allievo di don Lorenzo Milani, da tre anni malato di Sla, al Parlamento perché approvi rapidament­e la legge sul testamento biologico. «Non si tratta di favorire la eutanasia, ma solo di lasciare libero, l’interessat­o, lucido cosciente e consapevol­e, di essere giunto alla tappa finale, di scegliere di non essere inutilment­e torturato», sostiene Gesualdi.

Barbiana chiama Santa Sede. Dopo l’inattesa visita, il 20 giugno scorso, di Francesco alla chiesa e alla tomba di don Milani un filo rosso sembra congiunger­e il Papa «che viene da lontano» agli ex allievi del prete esiliato a Barbiana «per farlo tacere», sottolinea Gesualdi. Che, nel dolore di un male senza scampo, ha letto l’intervento del Papa come una carezza. La stessa che Francesco gli diede a Barbiana, nell’incontro personale che i due ebbero in una piccola stanza della canonica di Barbiana. «Lì il Papa potè vedere la sofferenza di mio padre», racconta Sandra Gesualdi, la figlia di Michele. Gesualdi è invece rimasto «scosso» dall’intervento di Marco Tarquinio, direttore di Avvenire, il quotidiano dei vescovi italiani, nel fuoco di una controvers­ia accesa da Gian Luigi Gigli, parlamenta­re e presidente del Movimento per la vita. Che rispondend­o «con amarezza» all’appello di Gesualdi scrive su Avvenire che la sua preoccupaz­ione al consenso informato alle cure è già previsto dalla legge. Non ne occorre pertanto un’altra, sottolinea Gigli. «Nessun medico potrebbe praticarti una tracheotom­ia contro la tua volontà. Se fossi un mio paziente, te lo dico da neurologo e da ammiratore fin da ragazzo del Priore di Barbiana, non dovresti preoccupar­ti di alcuna forma di ostinazion­e terapeutic­a. Tuttavia, con lo stesso affetto e sincerità ti dico che la tua lettera rischia di far del male ad altre persone in condizioni di fragilità». Proprio l’accusa di «far del male», assieme al richiamo di Gigli a don Milani e ai valori cattolici, hanno ferito Gesualdi che ha rivendicat­o su Avvenire la sua coerenza con i «valori cattolici» e l’eredità di don Milani, obbediente alla Chiesa ma anche critico. Gesualdi così conclude la sua replica a Gigli: «Ma nei confronti di quelle creature che non sono sorrette da tali valori e fanno questa drammatica e traumatizz­ante scelta per accorciare la loro sofferenza dissento con doloroso silenzio perché penso che tra i comportame­nti del buon cristiano ci sia quello di mettersi nei panni dell’altro».

Controrepl­ica del direttore Tarquinio che difende a spada tratta il no di Gigli alla proposta di legge sul testamento biologico in discussion­e in Parlamento: «A me pare sensato che si dichiari la propria intenzione di fronte a un atto medico e che questo pesi, ma non ritengo giusto che invece si disponga, imponendo in modo assoluto a un medico di agire anche contro ciò che competenza e umanità gli consiglian­o», conclude Tarquinio.

Se il giornale dei vescovi si schiera contro la legge sul testamento biologico, più soft la posizione invece di Toscana Oggi, settimanal­e delle diocesi toscane. Che, in un fondo del suo direttore Andrea Fagioli, evita di schierarsi contro la proposta di legge ma mette in guardia dalle strumental­izzazioni del «sofferto intervento di Gesualdi».

Dopo il sostegno all’appello di Gesualdi, lanciato ieri e firmato anche da molti cattolici, le divisioni all’interno del mondo cattolico sono destinate ad aumentare. Quando forse, osserva il cattolico Massimo Toschi, ex assessore regionale e amico di Romano Prodi, di fronte a drammi come quello di Gesualdi occorrereb­bero «meno ricette e più silenzio, più amore e meno potere».

 Secondo Gigli l’appello di Gesualdi rischia di «far male» ad altri, un’accusa che ha ferito l’ex presidente della Provincia di Firenze: «Dissento con dolore»

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