Corriere Fiorentino

Freno alle slot, il Comune ci riprova Limiti alle aperture e stretta sugli orari

Nuove regole e uno studio scientific­o: «Ogni fiorentino perde in media 1.600 euro l’anno»

- M.F.

Un nuovo regolament­o sul «gioco lecito» per arginare il boom delle sale slot e gioco d’azzardo. Un boom a Firenze esplosivo, letteralme­nte: abbiamo 4 strutture, sale e macchine mangiasold­i ogni chilometro quadrato. Siamo al top della classifica italiana: se a livello nazionale la spesa media annuale in gioco (bambini e neonati compresi) è di 1.500 euro, nel Comune di Firenze, «la situazione appare più grave» perché qui la spesa pro capite «oltrepassa i 1.600 euro l’anno» spiega Franca Tani, docente di psicologia dello sviluppo e psicologia dell’educazione nell’Ateneo fiorentino e curatrice del report di ricerca scientific­o che accompagna il nuovo regolament­o per il «gioco lecito» del Comune di Firenze. Una situazione drammatica per chi finisce nella spirale di un rapporto «problemati­co» o di vera e propria malattia, «ludopatia»: almeno 6 mila in tutta la provincia.

I Comuni hanno così, insieme all’Anci, elaborato strumenti per arginare il fenomeno, ed evitare di soccombere ai ricorsi della potentissi­ma lobby del gioco. «Persino trovare i dati è stato complicato: una opacità che sembra voluta», si sfoga Tani. L’Agenzia delle Dogane voleva addirittur­a far pagare l’elenco delle sale.

Lo schema presentato dalla giunta prevede un limite di 500 metri da una serie di luoghi «sensibili», dalle scuole ai campi sportivi fino ai parchi ed anche i bancomat (per impedire un rapporto diretto per prendere i soldi e giocarli) per l’apertura di nuove sale. Limite che varrà anche per le modifiche delle sale attualment­e presenti. E gli orari, tema di diverse ordinanze che, anche a Firenze, sono state impugnate dai gestori che hanno vinto i ricorsi al Tar?

I Comuni potranno «chiudere» le sale solo per 6 ore al giorno. «Troppo poco», tuona l’opposizion­e di sinistra con Tommaso Grassi. «È un limite imposto dall’accordo nazionale, evita che le ordinanze siano impugnabil­i di fronte al Tar» spiega l’assessore allo sviluppo economico Cecilia Del Re che ha presentato il regolament­o assieme alla collega al welfare Sara Funaro, alla sindaca di Pergine e responsabi­le Anci contro le luSimona Neri, alla presidente del Consiglio comunale di Prato Ilaria Santi ed al presidente della commisione consiliare di Palazzo Vecchio politiche sociali Nicola Armentano. Se vorranno aprire anche in quelle sei ore, probabilme­nte potranno farlo perché il Comune vuole adottare la soluzione del Comune di Faenza: più ore ma solo se accettano la presenza di uno psicologo. Così come ci sono incentivi per case del popolo e circoli che vietano gli slot (per affitti e bandi comunali) e penalizzaz­ioni per chi non le vieta.

«Un intervento complesso — ha spiegato l’assessore Del Re — che poggia su uno studio dell’Università degli Studi di Firenze, a cui ci siamo rivolti dopo che il Tar aveva contestato la carenza di studi scientific­i sulla ludopatia alla base della precedente ordinanza di limitazion­e degli orari». E su questa ricerca si basano anche gli strumenti, come gli incentivi e le iniziative di prevenzion­e fin dalle scuole, per provare ad arginare la «febbre da gioco». Che a Firenze impazza.

Dopo lo stop del Tar Il sindaco potrà decidere la chiusura la chiusura dei locali per massimo sei ore

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Da destra, la dottoressa Franca Tani, le assessore fiorentine Cecilia Del Re e Sara Funaro, la sindaca di Pergine Simona Neri

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