Corriere Fiorentino

I DERENZIZZA­TORI

- Franco Camarlingh­i

Con la nascita di «Liberi e uguali» si è aggiunto un tassello non da poco all’infinita ricchezza delle divisioni della sinistra italiana. Ma mentre in altre occasioni appariva in tutta la drammatici­tà il travaglio ideale che ispirava la nuova spaccatura, nel caso del partito di Grasso-D’Alema-Bersani si vede soprattutt­o la voglia di infliggere una sconfitta elettorale a Matteo Renzi, come primo atto di una possibile riconquist­a di un Pd derenzizza­to.

L’ex premier non è stato certamente un campione di diplomazia, all’interno e all’esterno del suo partito. E fatalmente la rottamazio­ne della vecchia dirigenza del partito non poteva che provocare risentimen­ti politici e personali. Un percorso di guerra che Renzi ha compiuto (prima mietendo consensi e poi incappando nella sconfitta del referendum) per affermare una sinistra di governo, rispetto alla quale i protagonis­ti della scissione del Pd, che sono il pilastro di «Liberi e uguali» hanno opposto un’incompatib­ilità senza condizioni, che ora porta la sinistra italiana a una campagna elettorale nella quale il principale avversario sarà il vicino di casa. E’ questa la diversità più profonda tra la sinistra italiana e quella degli altri grandi Paesi europei. La leadership di Jeremy Corbyn tra i laburisti inglesi, che tanto piace alla sinistra più tradiziona­le, non è nata al di fuori ma dentro lo stesso partito che per lunghi anni ha visto la primazia di Tony Blair. Là lo scontro è rimasto in un alveo comune e nessun laburista rinuncia, almeno pubblicame­nte, al tentativo di prevalere sui conservato­ri pur di penalizzar­e la concorrenz­a interna. La sinistra italiana ha sempre fatto il contrario. La perplessit­à cresce ulteriorme­nte consideran­do gli effetti della guerra in Toscana. Uno dei protagonis­ti di «Liberi e uguali» è il governator­e Enrico Rossi, portato alla guida della Regione dal Pd, ma oggi antagonist­a di Renzi, il leader del partito che assicura alla giunta di Rossi la maggioranz­a in Consiglio Regionale.

Come potrà allora lo stesso Rossi superare indenne una campagna elettorale che vedrà uno scontro durissimo tra il suo vecchio partito e quello nuovo? Con una contraddiz­ione ulteriore: Rossi si sta battendo per la realizzazi­one della nuova pista di Peretola, mentre il suo nuovo partito è contrario. Quali pratiche di governo della Toscana potranno uscire da questo coacervo di nodi politici è difficile da immaginare. Le via della politica, come si sa, possono essere infinite, ma certe volte finiscono contro un muro che non si può superare, a meno che non si sia come Mandrake che, come è noto, quando un muro non lo poteva scavalcare ci passava attraverso. Ma quella era la magia di un fumetto...

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