I DERENZIZZATORI
Con la nascita di «Liberi e uguali» si è aggiunto un tassello non da poco all’infinita ricchezza delle divisioni della sinistra italiana. Ma mentre in altre occasioni appariva in tutta la drammaticità il travaglio ideale che ispirava la nuova spaccatura, nel caso del partito di Grasso-D’Alema-Bersani si vede soprattutto la voglia di infliggere una sconfitta elettorale a Matteo Renzi, come primo atto di una possibile riconquista di un Pd derenzizzato.
L’ex premier non è stato certamente un campione di diplomazia, all’interno e all’esterno del suo partito. E fatalmente la rottamazione della vecchia dirigenza del partito non poteva che provocare risentimenti politici e personali. Un percorso di guerra che Renzi ha compiuto (prima mietendo consensi e poi incappando nella sconfitta del referendum) per affermare una sinistra di governo, rispetto alla quale i protagonisti della scissione del Pd, che sono il pilastro di «Liberi e uguali» hanno opposto un’incompatibilità senza condizioni, che ora porta la sinistra italiana a una campagna elettorale nella quale il principale avversario sarà il vicino di casa. E’ questa la diversità più profonda tra la sinistra italiana e quella degli altri grandi Paesi europei. La leadership di Jeremy Corbyn tra i laburisti inglesi, che tanto piace alla sinistra più tradizionale, non è nata al di fuori ma dentro lo stesso partito che per lunghi anni ha visto la primazia di Tony Blair. Là lo scontro è rimasto in un alveo comune e nessun laburista rinuncia, almeno pubblicamente, al tentativo di prevalere sui conservatori pur di penalizzare la concorrenza interna. La sinistra italiana ha sempre fatto il contrario. La perplessità cresce ulteriormente considerando gli effetti della guerra in Toscana. Uno dei protagonisti di «Liberi e uguali» è il governatore Enrico Rossi, portato alla guida della Regione dal Pd, ma oggi antagonista di Renzi, il leader del partito che assicura alla giunta di Rossi la maggioranza in Consiglio Regionale.
Come potrà allora lo stesso Rossi superare indenne una campagna elettorale che vedrà uno scontro durissimo tra il suo vecchio partito e quello nuovo? Con una contraddizione ulteriore: Rossi si sta battendo per la realizzazione della nuova pista di Peretola, mentre il suo nuovo partito è contrario. Quali pratiche di governo della Toscana potranno uscire da questo coacervo di nodi politici è difficile da immaginare. Le via della politica, come si sa, possono essere infinite, ma certe volte finiscono contro un muro che non si può superare, a meno che non si sia come Mandrake che, come è noto, quando un muro non lo poteva scavalcare ci passava attraverso. Ma quella era la magia di un fumetto...