Corriere Fiorentino

Il drappo di Salò, l’ira dei fiesolani

Esposto su un balcone, interviene il sindaco e lo fa rimuovere

- A.P.

FIESOLE Nel paese che dell’antifascis­mo ne ha fatto un vessillo, domenica sventolava una bandiera della Repubblica di Salò. Un’onta per Fiesole che, durante la guerra di Liberazion­e, pagò a caro prezzo il suo schierarsi con i partigiani (tre carabinier­i, definiti i Martiri di Fiesole, sacrificar­ono la loro vita per salvare dalla fucilazion­e dieci persone). Quel drappo, issato su un balcone e ben visibile, è stato poi ritirato grazie all’intervento della sindaca Anna Ravoni. Sembra che a esporre la bandiera verde, bianco e rosso, con al centro un’aquila con le ali spiegate e con gli artigli su un fascio littorio, sia un anziano nostalgico, un ex repubblich­ino che conservava lo stendardo in un cassetto e che domenica (non se ne conoscono i motivi) avrebbe deciso di issarlo nel punto più alto della sua abitazione, forse ma è solo una deduzione. Cosa che non è sfuggita ai fiesolani che, immediatam­ente, hanno dapprima chiamato la polizia municipale e poi il Comune per denunciare il fatto. «Ho gestito la cosa in maniera riservata perché non volevo che qualche cretino potesse emulare il gesto di quell’uomo — spiega Ravoni — Un brutto gesto che mi colpisce e che mi lascia l’amaro in bocca. Ma soprattutt­o mi spiace che qualcuno abbia potuto vedere sventolare quella bandiera. L’antifascis­mo per Fiesole è una bibbia, e spero che nessuno accosti la nostra cittadina al gesto solitario di un folle». L’anziano repubblich­ino, pur con qualche mugugno ma conscio di aver scosso un’intera comunità, ha accettato di buon grado di ammainare la bandiera di Salò. «A questi episodi meno gli si dà risalto e meglio è — conclude la sindaca — È una cosa che si commenta da sola e che spero non accada più».

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Il sindaco di Fiesole Anna Ravoni

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