Il drappo di Salò, l’ira dei fiesolani
Esposto su un balcone, interviene il sindaco e lo fa rimuovere
FIESOLE Nel paese che dell’antifascismo ne ha fatto un vessillo, domenica sventolava una bandiera della Repubblica di Salò. Un’onta per Fiesole che, durante la guerra di Liberazione, pagò a caro prezzo il suo schierarsi con i partigiani (tre carabinieri, definiti i Martiri di Fiesole, sacrificarono la loro vita per salvare dalla fucilazione dieci persone). Quel drappo, issato su un balcone e ben visibile, è stato poi ritirato grazie all’intervento della sindaca Anna Ravoni. Sembra che a esporre la bandiera verde, bianco e rosso, con al centro un’aquila con le ali spiegate e con gli artigli su un fascio littorio, sia un anziano nostalgico, un ex repubblichino che conservava lo stendardo in un cassetto e che domenica (non se ne conoscono i motivi) avrebbe deciso di issarlo nel punto più alto della sua abitazione, forse ma è solo una deduzione. Cosa che non è sfuggita ai fiesolani che, immediatamente, hanno dapprima chiamato la polizia municipale e poi il Comune per denunciare il fatto. «Ho gestito la cosa in maniera riservata perché non volevo che qualche cretino potesse emulare il gesto di quell’uomo — spiega Ravoni — Un brutto gesto che mi colpisce e che mi lascia l’amaro in bocca. Ma soprattutto mi spiace che qualcuno abbia potuto vedere sventolare quella bandiera. L’antifascismo per Fiesole è una bibbia, e spero che nessuno accosti la nostra cittadina al gesto solitario di un folle». L’anziano repubblichino, pur con qualche mugugno ma conscio di aver scosso un’intera comunità, ha accettato di buon grado di ammainare la bandiera di Salò. «A questi episodi meno gli si dà risalto e meglio è — conclude la sindaca — È una cosa che si commenta da sola e che spero non accada più».