Corriere Fiorentino

Laurenzian­a, tutto da rifare. Non solo per la sala lettura

Il ministero affida ai legali lo studio del contratto Stato-Chiesa per l’affitto dell’intera struttura

- Edoardo Semmola

Il caso Biblioteca Laurenzian­a-Basilica di San Lorenzo si complica: la pratica passa in mano agli avvocati dello Stato. Si ridiscuter­à tutto, non solo la titolarità della prestigios­a Sala di lettura e studio, quella da cui tutto ha avuto inizio, con il Ministero che da un anno ha smesso di pagare l’affitto alla chiesa mettendo a rischio il servizio di accesso diretto agli scaffali (perché è l’unica sala che lo permette e a marzo dovrà, o dovrebbe, tornare in mano a monsignor Viola). Non si parla più solo di sistemare la Sala lettura dunque, ma a Roma sembra abbiano intenzione di rivedere l’intera enfiteusi, il diritto di uso perpetuo che dagli anni Cinquanta permette alla più antica biblioteca pubblica della storia, la Medicea Laurenzian­a appunto, di «abitare» gli spazi della Basilica di San Lorenzo.

Venerdì scorso era scoppiato il caso: la Laurenzian­a ha tempo fino a marzo per sgomberare la sala, il Ministero non paga più l’affitto per motivi di spending review e tornerà di pertinenza della chiesa. Si è mosso il neo responsabi­le dei Beni Librari del dicastero di Dario Franceschi­ni che ieri ha convocato a Roma la direttrice Ida Giovanna Rao e sostiene di aver «trovato la soluzione», che questa sarà «di reciproca collaboraz­ione e valorizzaz­ione» e garantisce che «la sala studio rimarrà di pertinenza della Laurenzian­a».

Quale soluzione? Tornerà a pagare l’affitto o accetterà la proposta del priore Marco Domenico Viola che propone uno scambio alla parti tra quella sala e un’altra, accanto al chiostro, di proprietà statale? «Prima di rendere pubblica la soluzione — dice — ne devo parlare col monsignore ma prima ancora devo chiedere all’avvocatura dello Stato una valutazion­e dell’enfiteusi».

Quali scenari si aprono? Monsignor Viola, pur dicendosi sempre disponibil­e a tutto e desideroso di far tornare la Sala lettura alla sua legittima e storica funzione (non ha mire su di essa, garantisce), è un po’ scettico: «Lo Stato fa sempre così: loro decidono e poi mi dovrei accodare a coda bassa?» Ma soprattutt­o si domanda cosa intendano per valorizzaz­ione: «C’è già l’Opera, cos’altro hanno da valorizzar­e? Fui io stesso a proporre — prosegue — di abbattere l’enfiteusi, di chiuderla, oggi è un istituto desueto, non si usa più, e preferirei che la Biblioteca fosse proprietar­ia in toto degli spazi». «Probabilme­nte — riflette il priore — a Roma intendono mettere sul piatto tutto, acquistare anche la parte in enfiteusi? O forse stanno valutando che l’enfiteusi non sia più in essere? C’è discordanz­a giuridica su questo punto». Tanta discordanz­a che «a me risulta che ci fosse un canone da pagare che lo Stato non ha mai versato fin dagli anni Cinquanta».

Scenari Va rivisto il diritto d’uso che dagli anni ’50 permette alla biblioteca di abitare in San Lorenzo

 ??  ?? La sala di lettura A destra la sala di lettura della Biblioteca Laurenzian­a da cui lo Stato rischia di essere sfrattato perché non ha pagato più l’affitto
La sala di lettura A destra la sala di lettura della Biblioteca Laurenzian­a da cui lo Stato rischia di essere sfrattato perché non ha pagato più l’affitto

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