Grifoni, pantere e geometrie i fili della storia all’Accademia
In mostra i tessuti del ‘300 fiorentino: frutto di commerci con mongoli, cinesi, arabi
Draghi, fiori, motivi geometrici, grifoni, pantere: arabi, mongoli, cinesi dettavano la moda e noi li copiavamo. Inserendo quei motivi esotici nei marmi, nei quadri ma soprattutto nei tessuti di lana e seta che fecero la fortuna della città. In un mercato che era già globale la Fiorenza del XIII secolo diventa uno dei più importanti centri di produzione tessile, fabbrica di lusso e magnificenza, punto di arrivo e partenza di tendenze così importanti da raggiungere la remota Groenlandia.
I fili di questa storia si incrociano all’Accademia di Firenze nella mostra Tessuto e ricchezza a Firenze nel Trecento voluta e curata dalla direttrice del museo del David Cecilie Hollberg e che riunisce pezzi unici e opere d’arte, assieme a codici miniati o lettere di commercianti con pezzi di campioni delle loro stoffe che giravano l’Europa. Se della Fiorenza dei banchieri si sa molto, di quella che con la forza dell’acqua, di migliaia di operai e delle idee produsse pezze prima di lana, poi di seta, infine di velluto sempre più preziose e che si imposero in tutta Europa si parla meno: e la mostra dell’Accademia — che ha prestiti anche dal Museo del Tessuto di Prato ed ha visto il restauro di un Crocifisso fiorentino del XII secolo dell’Accademia — è un’occasione da non perdere. «Un paramento di seta ricamato in oro del Trecento poteva costare 270 fiorini d’oro, cifra sufficiente per costruire un palazzo — spiega Cecilie Hollberg — E per realizzarlo ci volevano mesi. Ho voluto questa mostra per offrire ai visitatori le testimonianze di tessuti preziosi, di pale dorate con dipinti abiti sontuosi, del come la moda potesse arrivare a migliaia di chilometri, come per l’abitino di bambina in lana ritrovato in perfetto stato perché congelato in Groenlandia e arrivato in prestito da Copenhagen. Per ricordare come su questi tessuti è stata edificata la fortuna di Firenze, il che significa anche le radici del Rinascimento». E dal 1200 al 1400 la rassegna mostra l’influenza dei motivi arabi, di quelli «tartereschi» con i panni prodotti dai mongoli che invadono le corti d’Europa come simbolo di prestigio, di quelli cinesi, in un caleidoscopio affascinante e magico. Come il «tappeto» di marmo di San Miniato con il suo celebre Zodiaco, la cui riproduzione apre la mostra. Motivi che hanno ispirato uno speciale foulard di Ferragamo, in vendita nel book shop dell’Accademia.