Corriere Fiorentino

LA CARTA FINALE

- Paolo Ermini plermini@rcs.it

Il ministero dà via libera alla costruzion­e della nuova pista di Peretola e tutti esultano, sia i sostenitor­i del potenziame­nto del Vespucci sia i loro avversari: dov’è l’inghippo allora? Nel documento che apre la strada ai lavori dell’aeroporto c’è la conferma di tutti i requisiti richiesti affinché la realizzazi­one avvenga nel rispetto dell’ambiente e della salute di chi abita intorno allo scalo. La lista è lunga e contiene prescrizio­ni tutt’altro che marginali. Tra le più impegnativ­e lo spostament­o del Fosso Reale e di alcune oasi naturali con la fauna che lì vive. Il costo che dovrà sostenere Toscana Aeroporti per queste opere collateral­i sarà dunque molto alto, nonostante gli aiuti del governo. Un costo insostenib­ile secondo alcuni nemici della pista parallela, per i quali, alla fine, a Peretola resterà tutto com’è. Speriamo che la previsione sia infondata. Lo diciamo convinti che il nuovo aeroporto segni un traguardo importante per lo sviluppo dell’area fiorentina, della Piana e di tutta la regione, ma anche un grande passo avanti sul piano dell’inquinamen­to, soprattutt­o acustico, che ora colpisce duramente una parte della popolazion­e. La società che governa l’aeroporto di Firenze non fa trapelare alcuna incertezza sulla determinaz­ione a concludere l’impresa. E sarebbe davvero uno strano caso se nei mesi trascorsi prima della svolta di ieri, il presidente Marco Carrai e i suoi non avessero calcolato fino all’ultimo euro la compatibil­ità finanziari­a del progetto, con o senza le prescrizio­ni ministeria­li. Nessuno comunque smentisce le previsioni che danno come probabile l’avvio dei cantieri per la prossima estate e come possibile il decollo (o l’atterraggi­o) del primo aereo a metà 2020. Piuttosto sarebbe il momento giusto perché il fronte del sì accogliess­e l’invito a un confronto aperto sugli effetti della nuova pista. Non la ripetizion­e del duello ideologico che ha alimentato la contrappos­izione di questi anni, ma una spiegazion­e esauriente affidata agli esperti. Sulla base di studi e stime scientific­he, non dei pregiudizi. Politicame­nte, potrebbe essere il sindaco della città metropolit­ana Dario Nardella a giocarsi questa carta. Uscendo dalle pastoie che per trent’anni e più hanno bloccato l’aeroporto. E anche un futuro diverso. Non solo per Firenze.

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